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Il mondiale F.1 compie 70 anni Corona virus permettendo

Compiere i suoi 70 anni sembra essere abbastanza difficile e preoccupante per il Campionato mondiale di F1.

Si sta avviando alla senilità e le persone senili sono oggi quelle che hanno le difese immunitarie minori per resistere alle complicazioni che il Corona Virus va ad aggravare con un incremento dei possibili decessi.

Corona virus non uccide, urlano ora gli infettivologhi. Sono le condizioni fisiche, da malattie pregresse, che combinano il guaio e non consentono la difesa attiva da parte del fisico.

Sempre che tutto quanto riguarda questa “epidemia” non si deva continuare ad assimilare “a carnevale ogni…..Corona Virus vale” per quanto riguarda le notizie, le smentite, le correzioni, i sussurri e le grida, abbinati ai protagonismi televisivi e mediatici di tutti coloro che fanno parte del potere e delle istituzioni, in Italia.

Ecco che viene spontaneo domandarsi: ma quando si dedicano a trovare soluzioni ai problemi. In particolare ora al danno di immagine provocato per il paese Italia.

Nella serata di ieri e solo tra qualche ora si saprà cosa è stato effettivamente discusso e quali sono state le ipotesi relative alla programmazione delle prime 4 gare della stagione dopo i problemi del G.P. di Cina e quelli più o meno ventilati per le altre gare, durante la riunione organizzata da Liberty Media con i rappresentanti di tutte le squadre iscritte.

Per ora le problematiche più evidenti sono legate alle 2 squadre “made in Motor Valley,” Ferrari ed Alfa Tauri, discendente erede della Minardi di cui ha mantenuto la sede, e per quelle ditte che portano i supporti tecnici basilari come freni, pneumatici, i derivati dai prodotti petroliferi e che hanno un riferimento diretto in Italia.

Chi ha passaporto italiano, infatti e grazie a certi protagonismi esagerati sui media, ha le porte chiuse in un numero sempre crescente di paesi.

E’ palese che il mondiale di F1 del 70°, alla gara del debutto in Australia, non può essere orfano della Ferrari, in particolare.

Anche se questa sarebbe una situazione che potrebbe essere una cartina di tornasole per valutare effettivamente quale è l’appeal che la “scuderia in rosso” ha sull’ interesse mediatico, la presenza del pubblico sui circuiti, di telespettatori.

I festeggiamenti relativi al proprio 1000° G.P. disputato dalla Ferrari corrono il rischio di allungarsi nei tempi.