Maranello: Tra i tanti ed importanti discorsi che si faranno in queste ore a Maranello in GES c’è di sicuro quello relativo ai risultati ottenuti da Kimi Raikkonen. Domenica, per l’ennesima volta, il pilota finlandese ha ottenuto il giro veloce in gara. Una sua “specialità” anche quando il risultato effettivo, sotto la bandiera a scacchi, non è altrettanto ecclatante e comunque fuori dalla zona podio. Il perché è di difficile individuazione visto che per fare un giro veloce, in particolare quando si ha a che fare con piloti del calibro di Sebastian Vettel, Lewis Hamilton ed il dominatore di domenica Valtteri Bottas non è certo un gioco da ragazzi. Quello di domenica non deve stupire più di tanto visto che in qualifica aveva “pelato”, per quei 59/1000 inflittigli dal suo compagno di squadra Vettel, la Pole Position. In gara ha inflitto distacchi sostanziosi, per il giro veloce, nell’ordine a Vettel, Bottas per non parlare di Hamilton, lontano anni luce. Quello che viene da domandarsi è: il perché questo accade. Sembra quasi che faccia come il gatto con il topo e quando tutti sono propensi a portare a termine nel migliore dei modi la gara, precedendolo anche con distacchi sostanziosi, lui trova l’estro per il suo exploit. E’ la zampata che secondo le statistiche lo sta portando ad essere il vice di Schumacher a quanto riguarda i Giri Veloci in gara. Il migliore tra i piloti attualmente in attività. Non si può dire che fare il giro veloce capiti per una casualità qualsiasi. Ovviamente è meglio essere in beata solitudine, senza problemi di turbolenze aerodinamiche, avere i pneumatici al massimo della loro efficenza e la monoposto più leggera ed equilibrata possibile. Poi vi è l’aspetto psicologico del pilota. Importantissimo. Per ricordare: un episodio successo a Fiorano alla fine degli anni 70. Un pilota fa un resoconto delle sue sensazioni a Mauro Forghieri ed alla fine chiede di irrigidire la barra posteriore i due paio di gradi per poter ritoccare il suo record personale della pista. Forghieri rielabora i dati espressi dal pilota ed i referti delle 32 postazioni fisse di cronometraggio in cui erano suddivisi i 2963 metri del tracciato. Da le disposizioni in merito: staccare completamente la barra di torsione posteriore. Conferma al pilota di avere corrisposto alla sua richiesta e di avere fatto qualche altro piccolissimo ritocco, sull’anteriore. Il pilota ritorna in pista e “spara” un signor record assoluto, non solo personale, proprio a fine giornata. Quando, ovviamente iper soddisfatto e sceso dalla monoposto parlò con Forghieri, adducendo le sue ragioni, lo stesso lo portò a controllare personalmente quale era stata la tipologia dell’intervento effettuato, completamente diversa da quanto da lui richiesto.
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