Antonio Giovinazzi sarà il primo a portare in pista l’esemplare della SF70H cui la Ferrari ha demandato il compito di sviluppare in pista le novità tecniche che dovranno far già parte del pacchetto step/2, per il prosieguo della stagione europea. La parte più importante dello sviluppo sarà messo sotto l’attenzione di Sebastian Vettel per raccogliere i dati esecutivi e quelli da inserire nel simulatore su cui continuare a far lavorare Giovinazzi. A dire al verità, la logica, vista dall’esterno, avrebbe voluto che fosse prima Vettel a girare, per tranquillità di avere una monoposto all’altezza della situazione stante l’importanza di base di questo test che è basilare per sancire quale è la linea di sviluppo che i tecnici a Maranello dovranno poi seguire per la parte mediana della stagione europea, Quella prima dei circuiti super veloci. Lo step 1, quello allestito per Barcellona, è già stato deliberato in costruzione al 70%. Forse Giovinazzi dovrà definire quella parte mancante di raccolta dati e nello stesso tempo “scremare” parte delle novità che poi bisogna aggregare a quelle più importanti riservate a Vettel. Per il pilota italiano si tratta di una giornata quanto mai importante e dovrà riscattare le problematiche e dubbi messi in campo durante il G.P. di Cina. Per lui un’ occasione più unica che rara, grossa responsabilità e tensione in quanto è al suo debutto come terzo pilota della Ferrari, sia pure in un test, e sa che non solo non si può permettere di sbagliare per non vanificare l’intenso programma di lavoro di sviluppo che attende Vettel nella giornata successiva, ma deve dare ai tecnici delle indicazioni probanti a supporto dei rilevamenti telematici. La convocazione di Vettel è il sintomo dell’importanzache al reparto corse della Ferrari si da al momento e non si esclude che nella decisione vi sia stata una “pressione” personale del pilota stesso che pensa di lasciare al riposo ed alla ricarica delle batterie altri momenti, meno pressanti. Per vincere un mondiale, contro Hamilton e la Mercedes, non bisogna lasciare nulla al caso, compreso il mantenere un contatto, il più costante possibile, con la “Gina”, quella vera che usa in pista, sia pure, forse, possa essere un clone, non la sua immagine a somiglianza che ha sempre disponibile al simulatore. Simulatore su cui sarà chiamato a lavorare molto proprio Giovinazzi prima di fare il riassunto delle cose per Vettel e Raikkonen. Sarà proprio la percentuale della presenza del finlandese a Maranello a dare il termometro relativo al suo futuro in prima squadra. Altro indicatore: la percentuale delle volte che Giovinazzi sarà messo in pista al venerdì mattina sulla monoposto “NN” del finlandese o sulla “Gina” del tedesco. In questi test, oltre agli sviluppi previsti sia in aerodinamica sia sulle parti meccaniche, non è escluso che Giovinazzi, in particolare, deva andare alla ricerca del problema i affidabilità che ha fermato Raikkonen venerdì mattina scorso.
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