Nella immagine che vedete in evidenza, di cui non conosco l’autore e che mi è stata regalata da un amico, si vede il momento in cui Gilles Villeneuve esce per l’ultima volta da un box della Ferrari per concludere tragicamente la sua carriera di pilota, dopo pochi minuti, verso il giro di lancio, per andare ad ottenere la pole position
Avevo appena seguito parola per parola la lunga discussione con cui Mauro Forghieri aveva tentato in tutto per tutto di dissuadere Villeneuve dall’ andare a fare l’ultimo tentativo per conquistare dalla prima fila la Pole che in quel momento era nelle mani del compagno nemico acerrimo Pironi .
Ero pensieroso in quanto avevo notato una determinazione troppo intransigente del pilota canadese che appena concluse le qualifiche si sarebbe messo alla guida del suo nuovo elicottero per andare a Montecarlo e festeggiare il compleanno della figlia Melanie e tornare a Zolder nella mattinata di domenica in tempo utile per il war-up.
Un G.P. del Belgio, in quel 1982, che rimarrà nella memoria della Ferrari e dei “seguaci” del canadese come uno dei più tragici e sfortunati sia pure in presenza di una monoposto decisamente superiore alle avversarie.
Tutto ha avuto origine nell’appuntamento precedente, sul circuito di Imola per il G.P. di San Marino, quando si innescò una frattura tra due uomini, Villeneuve e Pironi sino a poche ore di quella domenica grandi amici, quasi per la pelle, per una incomprensione di cui non si è mai ben capita l’origine.
L’unica cosa certa ad Imola: l’assenza del carismatico decisionista e responsabile della Ges, Mauro Forghieri, alla direzione della squadra sui campi di gara per un grave problema famigliare.
La lotta testa a testa tra i due piloti della Ferrari si era conclusa con un risultato che non era quello che si sarebbe dovuto concretizzare con la vittoria di Villeneuve che era stato il dominatore della gara ma fu superato dal compagno negli ultimi giri.
A Zolder, per tutte le prove, il clima nei box della Ferrari era quello che si può definire al color bianco. A rendere ancora più deprecabile il rapporto che vedeva i due piloti evitarsi l’un l’altro con i responsabili della squadra che facevano la spola per cercare di sanare la situazione.
A pochi minuti dal termine delle qualifiche Didier Pironi decise di sospendere ogni altra attività in pista in quanto aveva già definito il miglior tempo per la pole, pochi decimi, inseguito da Gille Villeneuve che si vedeva chiaramente che si trovava in uno stato di forte tensione.
Pironi, in quel momento disse a Mauro Forghieri di andare a riferire a Gilles che lui sarebbe partito meglio, sarebbe andato in testa ed il francese gli avrebbe fatto da scudiero sino alla bandiera a scacchi per restituirgli la vittoria che il canadese sentiva gli fosse stata “rapinata” ad Imola.
Se questo suo messaggio lo avesse espresso personalmente tendo la mano al compagno, il futuro sarebbe stato differente.
“Furia” Forghieri voleva fare il pompiere per convincere il canadese volante a non andare in pista negli ultimi minuti delle qualifiche, di rischiare oltre il limite.
Villeneuve non ne volle sapere ed alzando il dito diede ordine di accendere il 12 cilindri boxer, innesto la prima e Scaramelli il suo capo meccanico gli fece strada.
Il poi fu qualcosa di quanto di più triste ed è ancora un ricordo come la visita all’ospedale per avere notizie che non arrivavano, si era solo in attesa dell’ arrivo della moglie per ufficializzarle.