il 1° maggio del 1994 di 25 anni orsono viene ricordato per la tragica scomparsa di un campione del calibro di Ayrton Senna e sono in pochi che ricordano che quello si può dire che sia stato il peggior fine settimana della F.1 moderna.
Mi ricordo che un triste presagio mi portò a scrivere, in presentazione di quel G.P. di San Marino il 14°, ma però era la 17a volta le monoposto di F.1 si sarebbero presentate sul Circuito del Santerno, per competere.
“Speriamo che non succeda nulla” accennai, perché, anche se si dice che la superstizione non esista e dicono sia sintomo di ignoranza, per me il 17 ed in particolare in venerdì 17 sono legati a tristi momenti della vita quotidiana.
Un caso ma…… In quel fine settimana, il 17° appunto in cui le monoposto di F1 gareggiavano sul tracciato intitolato a Enzo e Dino Ferrari, successe di tutto e di più . In tutti e tre i giorni qualcosa di più o meno tragico.
Mi ricordo che già qualche tempo prima del fine settimana di gara, in una delle giornate di sessione di prove libere, Ayrton Senna era piuttosto nervoso, La sua Williams non lo “calzava” come quel guanto che lui avrebbe voluto e segnalava continuamente la cosa ai suoi tecnici.
La tensione era palese, nelle sue parole, durante gli incontri toccata e fuga nelle manifestazioni organizzate dai suoi sponsor impegnati a presentare il loro impegno per il fine settimana del 1° maggio.
Quel fine settimana iniziò male già il venerdì con una serie di uscite di pista ed impatti più o meno violenti contro le barriere esterne. La peggiore di queste uscite di pista fu quella di Rubens Barrichello che riporto delle lesioni piuttosto serie tanto che lo stesso Senna, suo amico e connazionale, si dimostrò adombrato e con una certa apprensione e turbamento per l’accaduto e continue richieste di notizie dall’ ospedale.
Nella giornata successiva, il sabato 30 aprile, la tragedia che coinvolse Roland Ratzenberger. Disintegrò la sua monoposto in uno schianto che non gli lasciò scampo. L’esame successivo delle immagini mostrò la perdita dello spoiler anteriore, che evidentemente era rimasto danneggiato in una precedente “scordolata”, piuttosto violenza, e quindi perdita totale di carico, sull’ anteriore, di controllo direzionale della monoposto .
L’imprudenza dettata dalla poca esperienza in F1 non consigliò al pilota di rientrare ai box per un controllo dopo quella scordata. Chiamiamola “leggerezza” ma che gli è costata la vita.
Raccapriccianti le inquadrature che mostravano il suo corpo, con il capo chino e già privo di vita, che sporgeva dalla parte laterale sinistra della scocca dilaniata nell’impatto.
Anche questo incidente andò a turbare Senna e non poco visto che chiese al suo connazionale, che commentava la F.1 per la TV in Brasile, di procurargli la bandiera della nazionalità di Ratzemberger per omaggiarlo nel giro di rientro dopo la gara.
Il pilota brasiliano volle anche andare al centro medico a rendere omaggio alla salma nonostante sia i componenti del team sia gli organizzatori cercassero di dissuaderlo. Lui fu irremovibile e decisamente adombrato, quasi estraniato come ricordano quelli che erano present.
Nella domenica poi è successo di tutto e di più, dai meccanici feriti in corsia box, al pneumatico che, staccatosi per un impatto nel rettifilo principale, carambolò in tribuna centrale per fortuna senza gravissime conseguenze.
Infine l’incidente di Senna, su cui non si è fatta di sicuro chiarezza al 100%. A togliergli la vita un componente del triangolo della sospensione anteriore sinistra che si è staccato nell’impatto violentissimo ed è penetrato per 1 cm. o poco più nell’ unica apertura anteriore del casco. Un solo centimetro fatale.
A seguire le lunghe e strazianti immagini trasmesse dalla TV in diretta dei soccorsi con il dott. Alessandro Misley di Modena che ha tentano il tutto per tutto per circa 40 minuti prima di autorizzare il trasporto del corpo all’elicottero in attesa in pista per garantire il trasferimento più veloce ed immediato all’ospedale di Bologna che nel frattempo aveva allertato tutte le proprie strutture.
Con il senno del poi, della F.1 di oggi, se sulla Williams vi fosse già stato montato l’ Halo, a protezione della testa del pilota, Senna si sarebbe salvato.