La Ferrari di 35 anni orsono, quando era una fabbrica “sportiva” impegnata in tutte le categorie, dalla F1, F.2 Gran Turismo e Sport Prototipi aveva un capo nella gestione tecnica del reparto corse: Mauro Forghieri.
In serata a Castelfranco durante 65 minuti, quelli che gli hanno concesso una voce affaticata da un malanno di stagione, ha sintetizzato il concetto del lavoro di allora quando oltre alla volontà ed obiettivo di vincere vi era comunque quello di far si che le monoposto fossero il più sicure possibile in funzione della ricerca esasperata del peso minimo e del confronto con i progettisti inglesi che aveva un concetto decisamente differente a fronte della parola sicurezza.
In questa direzione, Forghieri convinse Ferrari della necessità di effettuare delle prove di crash distruttive con le monoposto non più destinate alle competizioni per avere delle informazioni approfondite.
“Fu un impresa convincerlo di questa procedura, visto che Ferrari aveva notoriamente il “braccetto” corto e quelle macchine avrebbe preferito poterle vendere a dei collezionisti a giuste valutazioni.”
Fu un momento importante per acquisire delle informazioni che consentirono agli ingegneri della Ferrari di avere delle informazioni concrete per la progettazione con risultati molto interessanti a fronte della “incolumità dei propri piloti.
Forghieri ha come “idolo”, per conoscenza diretta, Niki Lauda. La sua concentrazione e rapporto con i tecnici e meccanici della Ferrari è stata proverbiale, come pure l’assunzione di responsabilità quando prese delle decisioni che gli sono costate un titolo iridato. Anche Ragazzoni quando era al volante era un gran professionista a fronte del suo comportamento nella vita privata.
Forghieri ha anche ricordato il periodo in cui, lavorando in Inghilterra, alla sera si dormiva tutti in un unico capannone, anche per coloro che si trovavano vicini alla famiglia.
Ferrari… era Ferrari, il Drake, un capo vero, molto più capo quando si perdeva e ci sono stati periodi in cui la mancanza di risultati era nella normalità a fronte di quando si riusciva a vincere.
Altro pregio della Ferrari è sempre stata la percentuale di ricerca avanzata che poi è stata trasferita alla produzione di serie, in particolare sulla sicurezza ed evoluzioni della tecnologia.
Forghieri poi ha fatto un accenno alla F1 di oggi dove oltre a valutare il problema dei sorpassi che ora è legato anche ai limiti temporali in cui un sorpasso può avvenire, metà del tempo rispetto ad una volta vista la riduzione drastica degli spazi di frenata in funzione della evoluzione degli impianti frenanti e della evoluzione dei pneumatici.
Nella sua opinione, ha qualificato questo momento di gara, come minimale per il vero risultato finale ,in funzione di quello che può essere il comportamento di un campione se è in grado di sfruttare e sviluppare altre situazioni per prendere il largo, come la strategia di utilizzazione dei pneumatici e delle strategie di allungare i pit stop con tempi sul giro che siano sempre veloci.
Oltre alla citazione di Lauda vi è stata anche quella di Chris Amon e della sua raffinatezza, pari alla sua sfortuna, nel risolvere i problemi di messa a punto e sviluppo di una nuova soluzione tecnica.
Parlando dei piloti del suo tempo, ricorda Stirling Moss che aveva già firmato un contratto con la Ferrari prima dell’incidente di Goodwood che ha interrotto la sua carriera di F.1. Anche per Schumacher ha plausi per i risultati ottenuti che, secondo “Furia” dovrebbero rimanere imbattuti ancora per parecchio.