La Fia ha ufficializzato l’entry list delle denominazioni ufficiali con cui le squadre e le monoposto sono iscritte al campionato mondiale di F1 che inizia nel fine settimana in Australia. La “sorpresa” più grossa è quella che vede le monoposto SF90 ed i rispettivi piloti essere iscritti ufficialmente come titolare di licenza dalla Scuderia Ferrari.
Punto e basta, iscrizione con la denominazione storica che sembrerebbe essere in contrasto con quanto utilizzato sino allo scorso fine settimana in tutte le comunicazioni relative alla F1 e partite dalla Ferrari stessa e dalle immagini relativa alla monoposto in pista.
Una decisione che non deve meravigliare più di tanto, in quanto sono stati in molti a dare una interpretazione molto restrittiva, al tabacco, alla sua commercializzazione, l’utilizzo, sotto forma di sigarette, ed alla sua pubblicità, vietata, mascherando il tutto sotto il marchio e la pubblicità del nuovo polo tecnologico creato e messo in atto, a partire dall’ultima parte della passata stagione, sulla Scuderia Ferrari di F1.
All’origine di questa decisione, repentina quanto un fulmine a ciel sereno, vi potrebbe essere l’azione legale minacciata in Australia relativa a quella che poteva essere l’interpretazione ancestrale del significato del nuovo title sponsor sulla denominazione ufficiale, con minaccia di “sequestro” preventivo delle monoposto.
Minaccia che deve aver consigliato i vertici della Ferrari, anche su consiglio dei propri legali, a ritornare, almeno nella denominazione ufficiale di iscrizione al mondiale Costruttori e piloti alla dicitura “storica” Scuderia Ferrari.
Ferma restando ogni possibile interpretazione, su quello che potesse esserci sotto il nuovo marchio di occulto, emerge pur sempre una cosa: quello che interessa direttamente o indirettamente la Ferrari viene attenzionato con un interesse che non solo è eccessivo ma fa pensare ad una ricerca di visibilità che altrimenti non sarebbe tale.