Lewis Hamilton ha messo un enorme tassello nel puzzle per riconfermarsi campione del mondo dopo aver dominato il g.P. di Malesia a Singapore, una gara soporifera che può solo contribuire ad allontanare gli appassionato di questo sport.
Partiti e arrivati nell’ordine senza grosse emozioni, anzi. Il solo giro delle posizioni in testa alla classifica nei primi 6 posti è da imputarsi al valzer dei pit stop programmati.
I tecnici della Mercedes, gli strateghi della squadra in pista e Lewis Hamilton hanno concretizzato un caleidoscopio di immagini che alla fine ha visto una sola immagine inequivocabile. Dominio su tutti i fronti con il campione del mondo che ha saputo gestire al meglio i pneumatici alternando momento di “sopore” agonistico con altri in cui, con stoccate mirate, ha steso anche psicologicamente al tappeto di avversari, in particolare Verstappen che è stato l’unico ad impensierirlo.
Veramente sparita nel nulla la SF71h se la si paragona con quanto visto a Monza sia pure senza che sia stato possibile allora confermare questa superiorità per una lunga serie di errori.
La matematica non consegna ancora il mondiale piloti al replicante Hamilton per 2 soli punti. Questo, fermo restando che le cose, in quanto ad affidabilità e senza fattori esterni deprecabili per l’immagine già un pò spenta di questa F1, continuino su questo piano.
A rendere ancora più facile la situazione per il team Mercedes è il fattore sviluppo monoposto che, con altre due gare in questo mese e se non hai già tutto programmato e pronto ad essere spedito da Maranello, dovrebbe essere miracoloso.
Si rimane interdetti, visto il distacco lamentato da Vettel e la prestazione, quanto mai opaca, di Raikkonen, nell’analizzare i commenti dopo le qualifiche che erano improntati da una valutazione più positiva di quello che avrebbe potuta essere la prestazione in gara della monoposto del cavallino ed invece non c’è stata.
Evidentemente, ma non pensiamo che tutto sia da imputarsi a questo, sono mancati i minuti di sviluppo in pista che sono mancati a Vettel, per la toccata a muro del venerdì, che forse avrebbero consentito di capire che la strada da sviluppare nella messa a punto della SF71h dovesse essere differente.
Le scelte tecniche della riscossa erano evidentemente già pronte nel cassetto dei tecnici della Mercedes che hanno solo dovuti miscelarle nel modo giusto avendo anche l’accortezza di tenere il tutto ben celato sino al momento della stoccata delle qualifiche e la replica in gara.
Pensare, in questo momento, che la Ferrari sia nelle condizioni di ristabilire la superiorità tecnica dimostrata a Monza, ha dell’utopistico, se ribadiamo, non si è trattato di un errore nella gestione del materiale tecnico disponibile.