Riparte il campionato mondiale di F1 e la situazione per Sebastian Vettel è delle più ansiose. Sono d’obbligo tre vittorie “secche” se lui vuole riaprire la rincorsa al titolo mondiale di F1.
Tre vittorie secche su Lewis Hamilton calcolando il testa a testa tra i due e senza andare a calcolare il supporto dei secondi piloti che andrebbe ad aprire un caleidoscopio di opportunità, più a vantaggio della squadra Mercedes a fronte della Ferrari.
Da recuperare vi sono 24 punti, ovvero 3 vittorie, con un vantaggio di almeno 7 punti ogni volta, ed il resto di tre. Questa è l’ipotesi più concreta se il campione del mondo si piazza sempre al secondo posto alle spalle del portacolori del Cavallino Rampante.
Per ottenere questi risultati, innanzi tutto, bisogna che i tecnici condotti da Mattia Binotto stiano continuando a migliorare le prestazioni della SF71H cercando di andare ad incrementare, ulteriormente ammesso che questo al momento sia reale, il vantaggio tecnico sulla W09 che sul circuito di Budapest ha concretizzato un ampio range di adattamento alle variabili condizioni di pista, proprio su un tracciato che solitamente risultava esserle ostico.
Risultato in cui il pilota ha avuto una sua parte determinante.
Alla normalità delle cose, ovvero la competitività tecnica delle monoposto e quella umana dei piloti, si inseriscono in particolare le strategie: a partire da quella che può essere la tipologia di gomme con cui si decide o si può passare da Q2 a Q3.
Scelta che poi risulta essere d’obbligo sullo schieramento di partenza se le condizioni meteo non diventano variabili, e che condizionano il successivo susseguirsi nel numero dei pit stop e nelle tipologie di scelta del battistrada disponibile ed obbligatoria nell’alternarsi previsto dal regolamento.
Le tre vittorie secche sul diretto avversario sono cose molto semplici a dirsi ma molto meno a farsi.
Ecco pertanto che lo studio e l’adattamento delle strategie di gara diventano un altro degli assist necessari per completare questo programma entro le gare del Belgio, domenica, d’Italia, in quella successiva ed infine a Singapore a metà mese, di tristi ricordi per l’anno passato.
Le prime due gare ravvicinate vedono la prima, stanti le previsioni meteo all’oggi, con un asso nella manica per la vettura tedesca che sembra, sinora, aver patito molto di più della SF71H lo sfruttamento delle gomme quando le temperature si fanno troppo elevate.
A Spa si parla di minime al di sotto dei 10 gradi, in alcuni anni alla prima mattina vi era la brina nei prati, per una risalita che non dovrebbe di sicuro superare il 20 gradi di massima.
Situazione che porta ad avere una maggiore densità dell’aria ricca d’ossigeno vista la grande estensione delle foreste. Densità che richiede raffinate scelte aerodinamiche per favorire la penetrazione nell’ aria mentre dall’altra parte se ne avvantaggiano il raffreddamento di tutti i componenti e la possibilità di avere qualche cavillo di potenza massima in più, ma questo vale per tutti i “motoristi”.