Si fa un gran parlare della necessità di usare il mezzo pubblico per diminuire il coefficiente d’inquinamento che si dice sia causato dal traffico privato.
Si parla tanto di un parco macchine private circolante che è oltremodo anziano a fronte del resto dell’Europa e pertanto giudicato inquinante ed insicuro.
Parco macchine da rinnovare urgentemente, ma il tutto senza incentivi da parte dello Stato.
Nessuno però parla dello stillicidio di incendi che interessano i mezzi pubblici, per la maggior parte molto vecchi e come dicono da Roma, dove una percentuale di quasi il 30% dopo poche ore di lavoro su strada devono rientrare al ricovero in quanto impossibilitati a proseguire il servizio, in avaria.
Nessuno dei soloni e politici che pontificano sull’utilizzo del mezzo pubblico pensano a quali rischi si corrono mentre si è a bordo perché non sappiamo quale sia il livello di sicurezza passiva ed in caso di incendio se gli autisti non hanno la solerzia era capacità di reazione per aprire le porte, subito, per evitare che si blocchino ed intrappolino i passeggeri, sarebbe una vera strage.
In questo non calcoliamo il disagio per il resto di tutta la viabilità diretta ed indiretta limitrofa che viene interrotta per consentire l’intervento dei Vigili del Fuoco ed i tempi necessari per lo spegnimento e la messa in sicurezza dell’asfalto che rimane sempre pesantemente danneggiato dalle fiamme.
Senza parlare poi dei coefficenti d’inquinamento.
Nell’immagine non è un eruzione dell’Etna ma l’inquinamento dallo scarico di uno degli autobus che ha circolato almeno per tutta la mattinata a Modena