Il mondiale 2018 della F1 ha già messo in mostra l’alto livello di nervosismo che lo caratterizza sin della prima battuta. Nervosismo che serpeggia sia tra i piloti sia tra i componenti di vertice delle squadre, pe quanto riguarda il potere strategico.
A mettere in piazza questa situazione ci ha pensato anche Liberty Media che ha reso pubblici alcuni dei colloqui “riservati” tra piloti e squadra, via radio, e quelle che sono state le dichiarazioni antitetiche, tra di loro, di alcuni dei responsabili delle singole squadre, tra post gara e giorni successivi.
Ferrari e Mercedes, ordine di classifica mondiale ed alfabetico, in testa a tutti.
Kimi Raikkonen non ha gradito certe situazioni che si sono create ed ha palesato il suo manifesto disappunto “canoro” per come è stato trattato nelle tempistiche con cui è stato “obbligato” ad effettuare il pit stop.
Lui sentiva che la situazione delle prestazioni in pista, per lui, poteva essere a suo favore ed invece è stato usato come “esca” tecnica e psicologica nel confronti degli ingegneri Mercedes e di Hamilton. Kimi infatti sembra, dall’analisi dei dati post corsa. che si sia ambientato meglio alle nuove scelte tecniche presenti sulla Sf71H con il passo allungato soffra meno della instabilità in ingresso curva.
Il finlandese, ovviamente, è stato sacrificato a favore della successiva strategia condotta da Sebastian Vettel che poi è stato baciato da una fortuna sfacciata con l’entrata in funzione della Virtual Safety Car che gli ha consentito di effettuare un pit stop “miracolato” e, pensiamo, irripetibile.
Pit stop con delle tempistiche che gli ha consentito di rimanere in testa alla corsa e cercare di involarsi verso la vittoria .
La strategia che ha interessato la “Loria” è stata possibile grazie alla rapida analisi sul quanto fossero “usurate” le gomme della monoposto n°7. Usura che ha convinto i tecnici della Ferrari che vi erano ancora dei giri in cui le stesse potevano essere sfruttate al massimo e su questo si sono concentrati per quanto concerne Vettel.
La strategia che ha “sacrificato” Raikkonen, che si sente amareggiato dall’essere ancora a secco di vittorie da quando è tornato in Ferrari, pur avendone avute alcune opportunità, è stata un tranello anche per gli uomini Mercedes ed Hamilton che, almeno stizzito, ha domandato subito quale fosse la situazione di Vettel su cui evidentemente bisognava fare strategia e non “copiare” certo quella di Raikkonen.
Mancanza di lucidità che è stata all’oggetto di una serie di riunioni in Inghilterra per vedere di ribaltare la situazione già da domenica, circuito che è favorevole a Vettel che vi ha già vinto 5 volte.
In casa Mercedes sembra che non siano state le gomme ad impedire ad Hamilton di mettere alle corde la Ferrari, nella cavalcata per la vittoria. Sembra invece che ripetutamente il motore di Hamilton si sia avvicinato troppo alle temperature di gestione limite per la sua integrità necessaria a disputare le 7 gare a stagione.
La situazione si era già palesata dallo smanettare quasi “nevrotico” del campione del mondo sul volante per variare il settaggio a sua disposizione tramite i “manettini” presenti al volante.
In Mercedes si potrebbe valutare l’opportunità di utilizzare il secondo motore della stagione, almeno in qualifica e gara, oltre a presentarsi ai prossimi due appuntamenti di campionato. ravvicinati di una sola settimana, con delle modifiche all’aerodinamica per consentire uno smaltimento maggiore e più rapido dell’aria arroventata, dopo che la stessa ha attraversato i radiatori e la zona che ospita le parti meccaniche, Power Unit, Cambio e Differenziale.