I portatori di handicap oltre ad essere di per se stessi molto, per non dire assolutamente, svantaggiati nella vita quotidiana, sono oggetto del disinteresse più assoluto, nei loro confronti, da parte dei normo dotati che non realizzano le infrastrutture che sono loro indispensabili e non realizzano bene neanche quelle piccole cose che potrebbero renderli meno dipendenti ed angosciati dalle loro difficoltà in essere, come potrebbe essere il posizionamento dei parcheggi dedicati.
E’ ovvio che questo discorso vale solo per coloro che nel loro handicap hanno comunque una certa anche se minima possibilità di mobilità senza che la stessa deva essere assistita da terzi.
Purtroppo da oltre un anno faccio parte di questa categoria, con limitata mobilità, in attesa di una serie di interventi chirurgici che mi dovrebbero garantire, il condizionale è molto d’obbligo, il ritorno ad una pseudo normalità entro la fine di quest’anno, più probabile nella prima metà di quello prossimo.
In questo periodo ho già notato e continuo a notare ogni giorno di più che, nella frequentazione di luoghi necessari per il vivere quotidiano e nello specifico ospedali, ambulatori o centri di riabilitazione, sono veramente minimali le presenze di appositi parcheggi dedicati che possano consentire di raggiungere, percorrendo uno spazio definibile nella decenza come il più corto possibile, la destinazione senza percorsi estenuanti che spesso sono un concentrato d’insidie e di pericoli.
Non andiamo ad approfondire il discorso di quelle che sono vere barriere architettoniche per chi ha una mobilità propria prossima allo zero, perché allora ci vorrebbe lo spazio di una enciclopedia per riassumere le situazioni esistenti solo a Modena, specialmente quando di parla di luoghi pubblici.
Nessuna situazione è esente da questo disinteresse: ospedali 8 anche quelli di ultima generazione, uffici pubblici, banche, poste, farmacie, centri commerciali e per la parte “ludica”, ristoranti.
Nelle situazioni succitate si contano sulle dita di un paio di mani, al massimo, delle situazioni consone alle necessità del caso. Non parliamo poi se si tratta di parcheggi che non sono sulla pubblica strada e definibili privati, perché allora ci si trova, salvo quelle eccezioni che confermano la regola, a livello zero.
Per ultimo un accenno ai tempi di attraversamento semaforico: nel migliore dei casi si arriva a metà della carreggiata prima che scattino nell’ordine il giallo e dopo il rosso che corrisponde al semaforo verde per automobilisti, motociclisti e ciclisti.
Non parliamo di chi guida una due ruote che ti guizza attorno come se fossi una boa.
Più rispettosi e comprensivi, di norma, sono gli automobilisti un po’ meno lo sono tassisti e guidatori dei mezzi pubblici.