Aumentano di giorno in giorno i problemi per quanto riguarda lo stabilimento storico della Maserati in Via Ciro Menotti a Modena. I soli margomenti di cui si sente parlare sono: riduzione del personale, scampoli di produzione, che comprendono anche l’Alfa Romeo 4C, nessun nuovo modello da industrializzare, ricorso a lungo termine degli ammortizzatori sociali.
Non esiste d’altronde altra soluzione per quanto riguarda il complessivo dell’area che non può essere convertita in funzione abitativa anche perché in città vi sono esuberi nel settore e poi perché viene di volta in volta sbandierata la protezione di “importante struttura architettonica industriale dei primi del 900”
Daltronde non si può pretendere molto di più da una struttura di base che è più che datata, appunto, e non riesce a rispondere più di tanto a quelle che sono le innovazioni tecnologiche necessarie per la produzione di nuovi modelli che necessitano di strutture operative moderne e di difficile inserimento in quanto presente. Strutture necessarie anche in funzione dei costi effettivi di base anche in funzione dei numeri per la produzione annuale se si vuole avere una competitività sul mercato.
Lo stabilimento è quello che è, negli spazi disponibili, in quanto è “attanagliato” dalla presenza di altre strutture che non ne consentono un ammodernamento, questo anche per un volere politico, che ha le proprie responsabilità in particolare per delle decisioni che sono state prese in passato e che hanno fatto trasferire la produzione dei nuovi modelli negli stabilimenti disponibili nel torinese.
Ad un certo punto della sua storia in Maserati si era pensato che, sfruttando gli spazi resi disponibili da alcune strutture comunali dismesse e sfruttando altri spazi, compreso un campo di calcio che sarebbe stato ricostruito più moderno, si sarebbero potute realizzare nella parte sud della ferrovia Modena Bologna, delle strutture idonee a mantenere la produzione ad alto livello in loco.
La poca lungimiranza di molte persone, anzi si potrebbe dire una evidente avversità, ha fatto si che non se ne facesse niente, in termini brevi, per cui sono state prese altre strade che hanno corrisposto all’entrata in produzione dei nuovi modelli che hanno in parte dato dei risultati positivi tenendo presente che vi sono molte parti di base che, tra Quattroporte, Ghibli, Levante, Giulia e Stelvio, che sono comuni.