Proprio l’anno passato, in queste giornate, Pietro Corradini, uno dei meccanici cardine sia del reparto corse prima e della sezione sperimentazione GT poi, della Ferrari, e nella restaurazione vetture da competizione, ha perso la sua competizione con un male che ha avuto il sopravvento.
Oltre al vero peccato per i rapporti umani intercorsi, sarebbe stato molto interessante conoscere, in questo evento “eccezionale” in Ferrari con il connubio monoposto pilota, quale sarebbe stato il suo commento che sul tutto è sempre stato molto puntuale, schietto, salace e sagace intuendo dai comportamenti in pista i pro ed i contro.
D’altronde nel suo bagaglio di esperienze vi erano il vissuto nelle epoche del Drake in persona, Mauro Forghieri prima della svolta inglese, nonché i piloti più presenti della storia meno lontana della Ferrari, da Regazzoni e Lauda in poi.
La sua passione e competenza, per tutto ciò che facesse capo ai motori ed alla meccanica, lo ha portato a realizzare una pista per i micro modelli che fece intitolare all’iridato, primo del dopo Lauda, Scheckter.
Le sue competenze meccaniche sono sempre state ad alto livello, comprese anche certe soluzioni a problemi che toglievano il sonno alla notte. Proprio per queste su capacità Forghieri diceva che, a Piron, gli mancava solo la laurea,