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A quando i bicchieri “graduati” come all’estero?

Quasi tutti i giorni si leggono nei reporter delle forze dell’ordine, in cui, quando effettuano una maggiore, oggi di norma quasi inesistente, presenza di controllo sulla pubblica strada, in cui tra incidenti e controlli appaia evidente come la guida in stato di ebbrezza e/ o per uso di sostante stupefacenti sia in continuo aumento.

Una piaga che può costare molto cara all’automobilista interessato e “pizzicato” in funzione dell’eccesso dell’ infrazione, tra sospensione patente, sanzione pecuniaria e sequestro mezzo di trasporto, sempre che non sussistano ulteriori responsabilità penali pe danneggiamenti alle persone.

Controlli giusti ed inequivocabili, da perseguire con maggiore fermezza ed intensità, ma in Italia, da sempre manca una cosa di base: sapere quale e quanta é la quantità di alcool che si ingerisce che possa alterare lo stato di presenza “psico-fisica, alla guida.

All’estero già parecchi anni, decenni, or sono, nei pubblici esercizi i clienti bevevano utilizzando bicchieri “graduati” ovvero in cui erano opportunamente segnalato da un semplice segno bianco quale fosse il livello delle differenti bevande alcoliche che, se ingerite, non avrebbero fatto superare i limiti di legge.