Modena ma che fa? Se continua la fase di “recessione” a livello motoristico sia pure il concetto di base del Motor Valley Fest sia impostato in una concezione troppo personalistica, ci sembra che a tutti i livelli di manifestazioni, di valenza internazionale, la situazione sia veramente border line.
Modena capitale dei motori è tale di nome ma senza che esista la continuità di un suo regno su cui “governare”. Non si può fare come fanno gli struzzi e si nasconda la testa sotto terra per non vedere, non sapere.
Bisogna provvedere, anche se della cosa bisogna essere capaci di intendere e volere, per cercare di salvare, almeno, capra e cavoli. La situazione “peggiore” è quella dovuta alla sudditanza nei confronti di Bologna che fagocita tutte le situazioni di alta risonanza, costringendo all’oblio tutto quanto era organizzato a Modena, in quella struttura della Fiera che ha peraltro perso manifestazioni di altro settore che ne erano il clou a livello nazionale.
La marginalità evidenziata nel programma del Tour de France ,che ha saltato a piè pari la nostra provincia, vede lo sport dei motori che non trova di qualcosa di proprio, organizzato in nome e conto dell’automobilismo modenese, che viva di vita propria, appariscente, e non, quasi disperso, in altre manifestazioni:
In tale settore, quello della rievocazione storica, sia pure con un sempre più evidente allontanamento della Mille Miglia, proprio in quest’ultimo periodo abbiamo visto un susseguirsi ravvicinato di manifestazioni di rievocazioni storiche che, organizzate da terzi fuori provincia, hanno fatto tappa a Modena per impreziosire i propri programmi.
Passando invece a situazioni decisamente più concrete e preoccupanti, cui il prossimo Motor Valley Fest non potrà non dedicare molta attenzione, è quello delle problematiche che stanno coinvolgendo la Maserati ed Energica la cui situazione è veramente al limite e forse se ne dovrà parlare solo come un sogno del passato.
Il sogno della moto elettrica locale sta svanendo come neve al sole con una perdita netta di posti di lavoro oltre alla dispersione di possibili tecnologie emergenti che forse hanno avuto il loro malessere proprio nel voler essere troppo incentrate in se stesse.
Per Maserati il crollo del sogno dell’ Innovation Lab ,aveva già vissuto un momento di forte criticità quando del suo obiettivo finale, il polo della prestazione e del lusso automobilistico con i nomi di Alfa Romeo a Maserati che avrebbero dovuto convivere ed amalgamarsi, si è interrotto con il trasferimento a Balocco e dintorni dell’ingegneria dedicata.
A seguire i costi strutturali, secondo il concetto di Stellantis che preferisce gli accordi per importare auto elettriche dalla Cina per inserirle nella propria struttura commerciale e assistenziale, hanno fatto si che ora del tutto sia rimasta una scatola vuota ottimo rifugio per gli sbandati.
Come se questo non bastasse anche la sede strutturale e storica della Maserati è ad altissima criticità. Talmente alta che parallelamente si sono verificati avvicendamenti al vertice in un connubio con Alfa Romeo con cui condivide il neo Ceo: Santo Ficili, attuale capo di Stellantis Italia, che sostituisce Davide Grasso che è destinato ad altro incarico da definire.
Non è il primo movimento ad alto livello all’interno del Tridente visto che proprio da ottobre Maria Conti, da responsabile del settore comunicazione, è passata al vertice dell’attività sportiva, dove ha sostituito Giovanni Sgro che oltre all’ingresso nella F.e ha seguito lo sviluppo della Mc20 per le gare in GT2.
La mancata produzione di vetture, alcuni modelli stanno arrivando a fine commessa, anche per la cessata produzione interna per i modelli della Ferrari dei motori a 8 cilindri, corrisponde alla crisi delle immatricolazioni sul mercato italiano con numeri e relative percentuali in calo consistenti.