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Scompare a 84 l’ing. Giovanni Marelli

L ’ingegner Giovanni Marelli, tecnico di Ferrari e Alfa, classe 1940 è scomparso a 84 anni, ha progettato ad ampio raggio sia monoposto sia prototipi a Maranello prima di passare per chiamata al squadra del Biscione, dove ha contribuito a vincere il Mondiale Marche e a realizzare il programma del rientro ella casa milanese in F.1 .

La sua origine famigliare è del settore di industriali nel settore tessile, ma subito mette in mostra una passione viscerale per l’auto, contrastando la volontà del padre Cesare che lo invia in collegio a Padova vista la sua assidua frequentazione dell’autodromo di Monza

Giovane capace e caparbio,Giovanni arriva alla laurea in ingegneria meccanica, che gli permette di entrare alla corte del commendatore Ferrari. E l’ingegner Marelli ripaga subito il Drake  portando alla vittoria nella Tasman cup la Ferrari Dino, nel 1969.

A seguire lavora al progetto della biposto corsa nel Campionato Europeo della Montagna con Peter Schetty, con il successo della 212 E.

La carriera di Marelli in Ferrari si fa più impegnativa con il passaggio alle Sport prototipo per la 24 ore di Le Mans e alla F.1, Insieme a Mauro Forghieri introducono le prime ali in F.1

Ai primi anni 70 il suo passaggio all’Alfa Romeo, in chiamata dal presidente Giuseppe Luraghi. Qui l’impegno si concentra nel Turismo con la GTAm e la vittoria del Campionato Europeo con Toine Hezemans.

L’ingegner Marelli lascia Alfa Romeo e decide di  creare una sua azienda, la MCM, con sede a Milano e a Gallarate. Si dedica al Campionato Cart e vince nel 1984 quando sviluppa un telaio in materiali compositi con Eric Broadley per la Lola E il team Newman-Haas Racing.

Parallelamente lavora anche con Claudio Zampolli nello sviluppo della sua supercar: la Cizeta V16T, a 16 cilindri.

Tra i suoi dogmi lasciati agli automobilisti: “Gomme larghe, per maggior tenuta e frenata”.