Alla domanda, ovvia, che si fa a Sainz in questi giorni è quella relativa al più bel regalo che vorrebbe ricevere domenica per i suoi 30 anni, ha una risposta altrettanto ovvia, la vittoria visto che è anche l’ultima volta che sarà, sia pure vestito in nero carbonio più consono ad Hamilton, al volante della rossa che invece è rimasta tale con solo un piccolo ritocco al colore dei numeri.
Parlando del recente passato c’è un netto contrasto tra qualifiche e gara..
“In qualifica tutto è più estremo, si va più veloce si mettono più ‘G’ nella macchina e il fondo salta di più rispetto alla gara. Credo, però, che il problema di Zandvoort non sia stato solo il bouncing, ci sono state altre variabili che non ci hanno permesso di massimizzare il potenziale della monoposto. In gara la macchina si è confermata più performante, in linea con quanto ci aspettavamo”.
Accennando poi a quelli che sono da tempo i suoi commenti sulla monoposto sembrerebbe che non fossi così ascoltato
“No, il mio feedback è sempre stato preso in considerazione. Poi, da pilota speri sempre che una nuova monoposto o un nuovo aggiornamento porti la macchina a comportarsi come vorresti. Mi sono lamentato del bouncing già nel 2022, è una cosa che mi dà fastidio e, ovviamente, essere ancora alle prese con questo problema nel 2024 per me non è una cosa piacevole, perché sono consapevole che senza averli possiamo essere più veloci. Ma questo non vuol dire che non sia stato ascoltato, il problema è riuscire a trovare la soluzione”.
Gli aggiornamenti proposti dai tecnici per Monza ti rendono ottimista per la vittoria
“Per capire dove saremo questo weekend dobbiamo aspettare le 2 sessioni di prove di domani. Non lo so, ma… quando la Mercedes passa da una vittoria ad una settima posizione vedo che non è un dramma, se accade a noi in Ferrari sembra la fine del mondo! Quello che voglio dire è che tutte le squadre sono nella stessa situazione, stiamo portando avanti degli sviluppi che a volte funzionano e a volte meno. In questo ciclo tecnico i primi a capire come far funzionare al meglio la monoposto sono stati i tecnici della Red Bull, adesso è il turno della McLaren, abbiamo visto che ogni volta che hanno portato in pista un aggiornamento tecnico hanno fatto un passo avanti, e questo li ha fatti diventare la squadra da battere. Il resto del gruppo sta faticando per trovare quel decimo o due che mancano per arrivare al livello McLaren o a superarli.”.
C’è un pizzico di malinconia?
“Sì e no. Dico ‘no’ perché compio trent’anni da pilota Ferrari sul circuito di Monza, e con delle reali possibilità di puntare al podio e forse alla vittoria. Voglio provare a concretizzare questa opportunità, oggi per me è la cosa più importante. Ho avuto la fortuna di aver vinto le mie prime gare in Formula 1 al volante di una Ferrari, di essere stato quattro anni un pilota della Scuderia, e ho ancora nove gare da disputare. In questo momento non sento alcuna malinconia, ma ho una grande voglia di sfruttare questa opportunità, che forse sarà la mia ultima con una Ferrari a Monza”.