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Mezzogiorno di fuoco Sprint Race verità anticipata

Sarà un mezzogiorno di fuoco quello rappresentato dai 24 giri previsti per percorrere, a partire delle 12.00 precise, i 100 km della Sprint Race, in programma come antipasto di giornata, per un pranzo che potrebbe essere indigesto per quanto visto nelle relative qualifiche del pomeriggio di ieri.

Tempistica che ha confermato due cose: l’uomo Verstappen, campione del mondo indirizzato alla riconferma, che ha confermato la sua superiorità sul mezzo meccanico oltre 1″a fronte di quello del compagno, per ottenere la pole e quella del mezzo meccanico, l’arancione Mc Laren, che consente, quella superiorità tecnica del mezzo, a supporto delle qualità propri piloti che ne sembrano diventati l’ombra lunga dell’olandese, questa volta in accoppiata con Piastri di valido supporto.

Gli 8 metri che “avvantaggiano” Verstappen sono poco o nulla in uno schieramento caratterizzato dalla partenza in salita, quindi un ulteriore impegno nel coordinamento psico fisico per il pilota, in cui per fortuna non esiste il terzo pedale della frizione che è stato portato ala volante, lasciando ad ogni piede il suo: a destra l’acceleratore a sinistra il freno.

Il cervello impegnato pertanto su tre fronti differenti ed univoci che sembra siano stati un ulteriore oggetto del ultimo lavoro al simulatore tra martedì mercoledì scorsi nei rispettivi sancta sanctorum della tecnologia.

C’è un denominatore comune; vietato sbagliare, in quanto si è visto che basta sbagliare un nulla per mandare all’aria tutto il lavoro effettuato. E’ successo a Leclerc che continua a disertare le zone alte del schieramento, sia per i problemi endemici della monoposto, che odia le curve veloci dove si mette a saltellare mandando in crisi termica i battistrada delle gomme, sia per le tempistiche estreme dell’accesso alla pista, sia per una di quelle serie di piccoli inconvenienti che ci ricordano quelli che fermavano le cavalcate nell’era di Amon in Ferrari.

Altro momento d’interesse è dettato dalla rinnovata competitività messa in pista dalla Alpine che ha portato entrambi i piloti nella toppa ten fermi restando i ritardi sanciti dal cronometro. Un balzo in avanti che non si può certo ascrivere dalla cura Briatore ma he guardavano ne sembra legata, almeno dal punto di vista di una coincidenza psicologica che ha portato ad una univocità di intenti nella lettura dei dati.