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Zolder un circuito che vorrei dimenticare

8 maggio 1982: che brutta giornata che ho vissuto in prima persona ed in cui è parso un risvolto del carattere di Enzo Ferrari quando dall’ospedale, dove Villeneuve era tenuto in vita con le macchine, sentimmo riferito ad alta voce quando si pensava di non avere degli uditori, giornalisti in particolare , con il collega Giampiero Agosti il commento che ha fatto Ferrari da Maranello a chi lo aveva chiamato per aggiornarlo sul momento.

Un commento che è l’antitesi di quello che poi ha dimostrato in pubblico, già dal lunedì, a chi era assiepato davanti al cancello di Fiorano con fiori e cartelli che stavano sancendo il passaggio all’immortalità per il pilota canadese.

Quello che mi rimarrà sempre nella mente il lunghissimo discorso, almeno 10-15 minuti, con cui Mauro Forghieri ha tentato inutilmente di convincere il canadese a non cercare l’assalto disperato alla pole, che in quel momento era nelle mani di Pironi, l’odiato Pironi che aveva chiesto al responsabile del team di garantire l’inversione del risultato ottenuto ad Imola in quanto tra i due si era alzato il muro invalicabile dell’incomunicabilità .

La “fermezza” nel pensiero di Villeneuve seduto all’interno dell’abitacolo, faceva pensare ad una “assenza” mentale a fronte di questi lunghi discorsi per seguire quella che era la sua idea fissa ritoccare il tempo della pole per partire per primo e quindi avere l’imprimatur delle prima guida della giornata.

Alla fine sconsolato, allargando le braccia, Forghieri si alzò dal fianco della monoposto, dove era inginocchiato, contrariato dalla perseveranza nell’ idea fissa di “gettarsi” in pista come un toro che vedeva rosso. Quando Gilles alzò la mano, chiedendo di dare accensione ed i meccanici guardarono Forghieri lo stesso si strinse nelle spalle dicendo di seguire le disposizioni del pilota.

Dopo pochi minuti dopo il passaggio davanti alla linea del traguardo lo speaker del circuito annunciava il terribile ultimo suo incidente fatale.