Domenica scorsa a Vallelunga è iniziato il campionato di velocità, in circuito, riservato alle vetture storiche che prevede altri 7 appuntamenti a partire dal mese di giugno a Pergusa, in Sicilia. Categoria in cui, negli anni passati, Giuliani Giuliano era il castigamatti nonostante l’età ed oggi è proprio l’età a tradirlo. Ha compiuto 80 anni e per la regolamentazione in Italia non gli può più essere rinnovata la licenza di pilota.
Lui da modenese doc non ha voluto aggirare l’ostacolo anagrafico espatriando alla federazione di San Marino che non applica questa restrizione ma ha preferito riportarsi alla sua sola attività di preparatore e restauratore delle vetture BMW in tutte le declinazioni in cui queste possono partecipare a questa tipologia di gare.
Oltre a voler seguire, solo in veste di “preparatore”, i suoi piloti in pista, ha pensato bene di “trasformarsi” in talent scout mettendo a disposizioni di coloro che corrono con le sue vetture tutte quelle che sono le esperienze maturate nella duplice veste di preparatore e di pilota, vincente nel passato.
Una simbiosi che fa sì che in funzione di quanto avviene in pista, del consumo delle gomme e di quelle che sono le sensazioni dei piloti, durante le prove valuta quale è il modo migliore per assettare la vettura per la durata della gara, da 1 sino anche le 3 ore, in cui è poi obbligatorio il cambio del pilota entro ben precisi momenti temporali fatta salva l’esclusione dalla classifica finale.
In queste gare le vetture, come era all’epoca in cui erano le giovani protagoniste, non hanno la telemetria ma vi è solo la suddivisione in settori della lunghezza del tracciato ed il collegamento radio con il pilota per la gestione delle strategie.
A Vallelunga l’intervento della sua esperienza si è dimostrata basilare per giungere nel secondo gradino del podio con una vettura da 1.600 cc. che correva assieme alle Porsche che sono di cilindrata quasi doppia grazie ad una differente regolazione della barra stabilizzatrice che ha consentito qualcosa di più “dolce” nella necessità di guida dei piloti e lo sfruttamento migliore delle gomme senza correre il rischio di dover effettuare un pit stop che sulle gare così brevi non è vincente.