La F.1 ha un bisogno della Ferrari come l’essere umano ha bisogno dell’aria che respira. Una necessità impellente che ha visto, nella passata stagione, come il dominio di Verstappen si è ritorto contro il campione del mondo che è perennemente sparito dai radar delle immagini televisive che andavano disperatamente a cercare qualcosa di “spettacolare” nelle retrovie.
In ragione di ciò è imperativo, questo grava sulle spalle di Vasseur, che vi siano nuove antagoniste in gara e non solo nelle qualifiche come è accaduto nella passata stagione in cui è stato registrato un calo, nella continuità, di spettatori.
Il peso che grava sulla Ferrari ha fatto sì che nel corso dell’inverno si siano presentate situazioni emergenti che hanno spaziato dai trapelati proclami di miglioramenti “iperbolici” sino ad arrivare ad un programma virtuale per quanto riguarda il giorno della presentazione, per la monoposto che si sta assemblando secondo i dettami del progetto 676.
Una situazione che risulta quasi irreale a fronte del passato storico quando la presentazione era qualcosa di “faraonico” dal punto di vista mediatico e d’immagine.
Ora il tutto sarà solo virtuale come sono i social su cui sembrano voler fare riferimento i rapporti tra la concretezza obbligatoria del progetto ed il rapporto con i propri tifosi che hanno un proprio zoccolo dure che meno consistente a fronte dal passato, stante a come si stanno accentrando le considerazioni del caso.
A parte queste circoscritte correlazioni, si apre una necessità molto più impellente in quelli che sono i desiderata di Liberty Media che sente la necessità di un maggiore appeal per poter incrementare l’aspetto dei movimenti economici che intrattengono l’attuale valore commerciale della F.1 anche indirettamente.