Mentre si stanno iniziando i lavori per sviluppare l’intelligenza artificiale, nel campus universitario, a Modena, la Motor Valley percepisce degli scricchiolii. Scricchiolii nel esistente quando già si era dovuto assistere al fallimento di questa strana operazione in cui era prevista la creazione di una nuova industria di supercar con un anima “elettrica”.
L’evoluzione green dell’automobile, prevista senza prima aver fatto i conti con le necessità e le difficoltà intrinseche, comincia a presentare il conto in funzione di quella che è la sudditanza a fronte dei prodotti made in Cina, pronti ad invadere l’Europa, e la crisi di settore che sta coinvolgendo l’industria tedesca con uno specifico riferimento al settore dell’ auto elettrica, i cui livelli di produzione non trovano corrispondenza con le effettive richieste del mercato, costi troppo elevati dei mezzi commercializzati.
L’utenza preferisce ancora utilizzare il motore endotermico per innumerevoli motivi, pur anche in un momento di aumento programmato ed in parte ingiustificato nel prezzo del carburante.
I momenti necessari per la ricarica delle batterie sono ancora troppo lenti a fronte dei tempi necessarie il pieno di carburante e le relative percorrenze per chi deve usare l’auto per lavoro. Mancano le colonnine di ricarica private, quello cui sarebbe necessario obbligare chi acquista un auto elettrica, per poter sfruttare appieno le soste pranzo e quelle di inattività notturna.
Se le piccole nicchie del mercato, cui sono dedicate le vetture prodotte in loco, ( Ferrari, Lamborghini ed una piccola ulteriore nicchia della Maserati) trovano un proliferare nell’altrettanto, di nicchia numerica, mondo della ricchezza a livello globale, anche la loro evoluzione Green sta per presentare il conto.
Nell’ultimo periodo, si sta cercando uno sbocco alle problematiche relative all’ occupabilità degli “over” a proliferare nell’ambito della Motor Valley, è il settore dei restauratori e “manutentori” per i modelli del passato.