La posizione che si raggiunge nel campionato mondiale costruttori ha due “varianti” specifiche. Una positiva, l’altra negativa.
La nota positiva è data dal monte premi in denaro che si va a riscuotere, in funzione della posizione conquistata nella classifica che somma i punteggi ottenuti dai due piloti, se nei primi 10 al traguardo di oggi Gran Premio.
Le entrate sono l’obiettivo fondamentale nella gestione di una squadra ma hanno il loro “contraltare” nella riduzione proporzionale nella possibilità di effettuare il lavoro alla galleria del vento che ha un valore base di 1200 ore in totale suddivise in 40 run settimanali. Dato che corrisponde al 7° posto nella classifica costruttori.
Chi precede dal 6° al 1° posto vede delle riduzioni di lavoro con scatti percentuali del -5%, da quota 1200. Per chi invece occupa gli ultimi 3 posti la classifica vede l’incremento, sempre del 5% in positivo, delle ore in cui i suoi tecnici possono utilizzare la galleria del vento sino ad un massimo di 1380 ore suddivise in 46 sessioni per l’ultima posizione.
Proprio su questo tema specifico la FIA è intervenuta per “punire” la Red Bull, rea di avere oltre passato i limiti di spesa nel 2021, che sono suddivisi per ramo di lavoro in azienda, per cui le sono state concesse solo 756 ore di lavoro in galleria del vento a fronte delle 900 della Mercedes.
Si pensi che le squadre più importanti, che hanno un organico di personale in F.1 prossimo alle 1000 unità, hanno dalla 40 alle 50 persone che devono seguire il regolare rispetto delle singole gestioni per evitare sforamenti e possibili punizioni che si dice per il futuro saranno decisamente più probanti per proseguire il conseguimento di una campionato in cui le differenze sia il più possibile livellate.