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enrico balbo tra i miti “oscuri” della F.1

La F.1 è caratterizzata da due differenti concetti di personalità. Quelle conosciute al grande pubblico perché presenti sul palcoscenico delle gare in pista e quelle, la maggior parte, che invece sono impegnate al lavoro nei reparti corse ed ogni giorno vedono di escogitare qualcosa di nuovo e vincente.

Da qualche tempo i piloti hanno individuato anche questi componenti delle squadre quando esprimono i loro ringraziamenti per i risultati ottenuti.

Tra questi personaggi, che stanno arrivando alla ribalta, vi è Enrico Balbo perché interconnesso con il passaggio alla Ferrari con l’obiettivo di rafforzare, o almeno ringiovanire il potenziale aerodinamico per quanto riguarda i supporti di nuovi metodi di progettazione e realizzazione dei componenti specifiche.

Andando ad “analizzare” il curriculum presente sui social di questo ingegnere di 43 anni si nota come la sua formazione abbia un percorso tutto italiano per quanto riguarda il conseguimento della laurea quinquennale in ingegneria aerospaziale che fu a suo tempo conseguita presso l’università di Torino.

Correva l’anno 2004 e la sua entrata nel mondo delle competizioni avvenne un paio d’anni dopo, presso la Williams dove ha svolto varie mansioni avendo come specializzazione l’aerodinamica ed una escalation che lo ha portato ad esserne i leader. A seguire, la chiamata a Brackley dove per 3 anni si è interessato di sviluppare i concetti per creare le monoposto del futuro.

All’inizio del 2018 il passaggio al settore degli aerodinamici in forza alla Red Bull dove ha scalato i vari settori di responsabilità, dallo sviluppo aerodinamico sino all’incarico di responsabile di settore sia per la Red Bull Racing, e del settore Technology.

Quello che viene da domandarsi è come mai un personaggio del genere non abbia trovato, sino ad oggi ovviamente, l’opportunità di esprimersi in Ferrari.