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Siamo Cina dipendenti per le nuove tecnologie

Mentre la necessità di andare verso una conversione per l’acquisizione di energia elettrica rinnovabile, sia per le abitazione sia per le vetture, sta portando l’Europa ad essere dipendente dalla Cina per quanto riguarda le materie prime, si scopre che l’Italia avrebbe delle basi interessanti su cui esprimersi con un solo ma grande neo: non vi sono i finanziamenti necessari per le sviluppo delle nuove tecnologie e conversione dei materiali al CNR.

Silicio, ioni di sodio e plastiche di nuova generazione per acquisire la luce solare da trasformare in elettricità, sarebbero a disposizione di coloro che vogliono sviluppare microchip, batterie per l’accumulo per auto e pannelli “solari”. Ma il tutto non trova l’interesse dei finanziamenti da parte pubblica per cui gli studi per sviluppare queste nuove tecnologie si muovono come i bradipi.

Se la cosa si sbloccasse, entro la fine di questo decennio sarebbero disponibili le materie prime per andare a produrre, quasi in modo autarchico, quello di cui sia l’industria automobilistica sia quella per l’uso nelle abitazioni civili avrebbero bisogno.