Nel tempo in cui il progetto 675 era nella sua fase terminale dal reparto corse F.1 della Ferrari trapelavano delle voci che hanno suggestionato coloro che si trovavano all’esterno alla “caccia” di anteprime su quelle che sarebbero state le aspettative per la stagione che avrebbe dovuto essere quella del riscatto.
Il cambio al vertice tra Binotto e Vasseur, con il primo che è stato “trattenuto” in carica sino alla fine dell’anno scorso ed il secondo che ha assunto i propri aspetti operativi dopo la prima decade di gennaio, ha portato ad un rimescolamento nella suddivisione degli incarichi e delle responsabilità.
Situazione che non è risultata profonda nella fisionomia degli interessati ma delle rispettive mansioni sino ad arrivare alle dimissione di Sanchez se parliamo della fase tecnico-operativa cui ne sono seguite altre ma con delle mansioni di supporto, all’interno del team.
L’unica posizione operativa che sinora non è stata oggetto di rivisitazioni è quella di Andrea Joverno cui è spettato il compito di rivedere la posizione di uomini ed operatività nell’arco delle tempistiche dei Pit Stop, altra nota carente nella passata stagione a fronte della Red Bull in particolare.
Nell’inverno è stato perfezionato un programma di simulazione, con circa 1.000 prove, che ha portato ad una nuova definizione in funzione delle 23 gare previste in calendario per cui è stato deciso di creare un paio di crew interattive senza dove di volta in volta essere costretti ad integrare una rotazione “parziale” per dare turni di riposo.
Questo nuovo programma ha dati gli esisti sperati, ora il cambi gomme in Ferrari sono diventati un punto di riferimento per il coordinamento che ha portato a ridurre ad appena pochi decimi oltre i 2″ il tempo degli interventi.
Purtroppo, invece, in pista le cose non sono andate come si sarebbe sperato: dalla fragilità di componenti vitali a delle situazioni di “sicurezza” per cui si contano già due set di motori utilizzati, ognuno da entrambi i piloti.
Tutto ciò ha fatto si che ora si è scatenata, all’esterno, una sorta di caccia al colpevole, proprio dalle stesse persone che anche entusiasmati dalla presentazione incensava a destra e a manca.
L’unica cosa che marca è il “Tapiro d’Oro” che in altre occasioni simili Valerio Staffelli avrebbe già portato alla GES sia nella versione gigante autotrasportato sia in quella ridotta da sopra mobile.
Nel caso il Tapiro sarebbe da portare anche in Fia a seguito dei pasticci che sino creati di recente e che a Jeddah hanno avuto una “perla”