La Befana ha potato carbone a volontà per gli automobilisti “made in Italy” che hanno visto iniziare il 2023 con una raffica di aumenti che ha confermato la considerazione che lo riguarda per definizione “gallina dalle uova d’oro” tra le multinazionali petrolifere che mantengono i prezzi legati a quelli del petrolio di quando era arrivato a 123 dollari al barile mentre ora viaggia attorno ai 74. Il Governo italiano ha lasciato “scadere”il bonus relativo alle accise e in non pochi distributori gli aumenti sono stati applicato, al self service, già nelle ore precedenti lo scoccare della mezza notte del 31 u.s.
Non solo, anche le polizze relative alle coperture RCA stanno facendo la loro parte con gli incrementi “indiscriminati”, in quanto colpiscono anche quegli automobilistiche sono immuni da anni dall’essere coinvolti, colpevoli, in incidenti stradali, partono dalle percentuali a doppia cifra. Da ricordare che vi è inglobato anche il contributo percentuale relativo al Servizio Sanitario Nazionale.
Visto che non c’è il due senza il tre, come dice il proverbio, ci si deve aspettare qualcosa d’altro. Visto che, almeno per ora, è stato stoppato l’aumento relativo alle pene pecuniarie per le infrazioni stradali, rimane la tassa di possesso di cui non si sente mosca volare sia in positivo, nessun ritocco, sia in negativo, qualche aumento da parte delle Regioni che la incassano e che la dedicano all’assistenza sanitaria il cui piatto piange e le restrizioni sulle disponibilità, capillari nel territorio, dei servizi viene ridotta di giorno in giorno.