Quando si parta dell’incidentalità e di quelle che ne sono le conseguenze ci si rivolge spesso se non in esclusiva ai comportamenti errati che vengono tenuti dai conducenti dei veicoli siano essi ciclomotori, motocicli, autoveicoli, mentre non vengono presi in considerazione quelli che interessano la “mobilità dolce” biciclette e monopattini dimenticando i ped0ni.
Quella degli incidenti stradali, del resto, è da sempre un’emergenza nazionale e con l’aumento degli utenti su strada si nota un incrementi, prima causa, della morte per i giovani.
Passano in secondo piano le conseguenze per coloro che subiscono lesioni in seguito ad incidenti stradali ed in questo caso si concretizza un’ulteriore “prezzo” che bisogna pagare, costi sociali, legati ai periodi di assistenza e riabilitazione.
L’incidente, non è una cosa che si possa solo imputare alla fatalità, all’origine, c’è la famosa causa, in un comportamento dell’utente generalizzato, ed è legato ad abitudini che sono errate: distrazione, eccessi ed abusi di alcool e droghe.
Ciascuno deve fare la propria parte per fermare la “strage stradale” e per sostenere la necessità di una guida responsabile. Tutti siamo obbligati a dare il nostro contributo per far crescere la cultura della sicurezza stradale, cui ci si assuefà in quanto viene data per certa l’assenza del controllo delle forze dell’ordine e dei controlli di base per una carenza innata di uomini e mezzi.
Per fare un esempio a monte, relativo allo stato psicofisico legato all’abuso dell’alcool, bisognerebbe prendere spunto dall’ estero dove, negli anni passati, nei luoghi pubblici i bicchieri erano “millesimati” ovvero tracciati a vari livelli in funzione del tipo di alcolico che vi veniva versato e quindi sia il gestore sia l’automobilista avevano la percezione della quantità di alcool ingerito e quindi del possibile stato di alterazione.