A pochi giorni dal Gran Premio degli Stati Uniti si completa la doppietta di gare nordamericane con la seconda edizione del Gran Premio di Città del Messico – da due anni promosso dalla municipalità della capitale e non più dal governo – che si svolge su una delle piste classiche del motorsport, l’Autódromo Hermanos Rodríguez. Il tracciato ha ospitato anche le venti edizioni del Gran Premio del Messico valido per il Mondiale, l’ultima delle quali si è svolta nel 2019.
Caratteristiche. Il circuito presenta alcune peculiarità, a cominciare dal rettilineo tra linea di partenza e la prima frenata: ben 811 metri, il più lungo del Mondiale. Il settore iniziale è piuttosto scorrevole, come anche il tratto centrale, leggermente modificato per renderlo più rapido dal 2015 – quando la pista è rientrata nel calendario dopo 23 anni di assenza –L’ultimo settore è invece stato fortemente cambiato ed è favorevole a chi riuscirà ad avere una buona trazione, visto che l’ultima curva, la mitica “Peraltada” (termine spagnolo per “parabolica”), è stata sostituita con un tratto lento che passa all’interno dello stadio, la cosiddetta Arena. Qui sono presenti numerose tribune dalle quali gli appassionati locali fanno solitamente un tifo forsennato per l’idolo di casa “Checo” Perez ma anche, con grande sportività, per tutti gli altri protagonisti e in particolare per i piloti Ferrari. Le curve del circuito sono in totale 17, la lunghezza del giro è pari a 4.304 metri e ci sono tre zone DRS. Da percorrere domenica 71 giri, per un totale di 305,354 km.
Aria rarefatta. Il fattore distintivo della tappa messicana è l’altitudine: si corre infatti alla quota record di 2.238 metri. L’aria è più rarefatta, con una densità e una concentrazione di ossigeno inferiori di circa un quinto rispetto al livello del mare.
Programma
Prove libere 1 Venerdì 28 ottobre, ore 13-14 locali (20-21 CET)
Prove libere 2 Venerdì 28 ottobre, ore 16-17.30* locali (23-0.30 CET)*
Prove libere 3 Sabato 29 ottobre, ore 12-13 local (19-20 CET)
Qualifiche Sabato 29 ottobre, ore 15 locali (22 CET)
Gara Domenica 30 ottobre, ore 14 locali (21 CET)
*Turno di 90 minuti per permettere a Pirelli di testare le mescole 2023
Tre domande a…
THOMAS BOUCHÉ, HEAD OF AERODYNAMIC TRACK PERFORMANCE GROUP
1. Ci puoi raccontare da dove viene la tua passione per il motorsport e come sei entrato a far parte della Scuderia Ferrari?
“La mia passione per il motorsport è iniziata davvero in tenera età, alimentata dal duello fra Alain Prost e Ayrton Senna. Sono diventato tifoso ferrarista negli anni Novanta, quando per la Scuderia hanno iniziato a correre vari piloti francesi (lo stesso Prost ma anche Jean Alesi). Al contempo sentivo crescere l’interesse per l’innovazione tecnologica ed ero attratto in particolar modo dallo sviluppo che c’era in Formula 1, qualcosa di davvero unico al mondo. Ho trascorso qualche anno ad occuparmi di formule addestrative e nel frattempo frequentavo un Master in Ingegneria Aerospaziale. Ho continuato a fare esperienza nelle serie minori e poi sono diventato ingegnere di corsa nel campionato Sportscar, giungendo in Formula 1 nel 2007 come responsabile dello sviluppo aerodinamico. Come ingegnere e appassionato di questo sport, entrare alla Scuderia Ferrari è sempre è sempre stato un forte obiettivo, che si è finalmente concretizzato a inizio 2018”.
2. Ci racconti la pista di Città del Messico, quali sono le sue caratteristiche più distintive?
“L’aspetto veramente unico del circuito di Città del Messico è l’altitudine: si trova a 2.238 metri sul livello del mare e questo significa che la densità dell’aria è ridotta del 20%. Si tratta di un giro breve, uno dei più corti dell’intero calendario, ma nonostante questo propone un rettilineo lungo quasi 1,3 km, in fondo al quale avvengono quasi tutti i sorpassi. L’attuale layout, in uso dal 2015, non propone curve particolarmente difficili da affrontare ad alta velocità, specie da quando l’ultima, la gloriosa Peraltada, è stata sostituita con la tortuosa sezione dell’Arena. Le curve da bassa velocità, dunque, la fanno da padrone e per questo è la trazione la qualità fondamentale che devono avere le vetture competitive”.
3. Si corre a oltre 2.000 metri di quota, e nonostante la pista presenti dei lunghi rettilinei le vetture girano con una configurazione da massimo carico. Ci spieghi cosa significa gareggiare in area rarefatta?
“La riduzione della densità dell’aria, dovuta alla rilevante altitudine cui si trova il tracciato, costituisce per le squadre una delle più grosse sfide tecniche della stagione: le forze aerodinamiche sono considerevolmente ridotte e per questo ci ritroviamo con valori di carico paragonabili a quelli di Monza nonostante si utilizzi la configurazione di Monaco! I motori turbo sono meno condizionati rispetto ai vecchi propulsori aspirati e questo fa sì che accelerazione e velocità di punta siano tra le più elevate della stagione. Questo quadro porta con sé alcune insidie non indifferenti per il raffreddamento di motore e freni: le vetture di Formula 1 attuali nono sono state disegnate e ottimizzate per girare in condizioni così particolari, per questo tutti i parametri verranno continuamente curati e analizzati nell’arco di tutto il weekend. L’aria rarefatta potrebbe anche incidere nei duelli ruota a ruota perché chi insegue potrebbe ritrovarsi presto in difficoltà per il fatto di guidare nell’aria sporcata dalla vettura che lo precede”.
Thomas Bouché
Nazionalità: Francia
Nato il 15/6/1981
a Digione (Francia)
Ferrari Stats
GP disputati 1049
Stagioni in F1 73
Debutto Monaco 1950 (A. Ascari 2°; R. Sommer 4°; L. Villoresi rit.)
Vittorie 242 (23,07%)
Pole position 242 (23,07%)
Giri più veloci 259 (24,69%)
Podi totali 796 (25,29%)
Ferrari Stats GP disputati in Messico
GP disputati 20
Debutto GP del Messico 1963 (J. Surtees rit.; L. Bandini rit.)
Vittorie 2 (10%)
Pole position 3 (15%)
Giri più veloci 5 (25%)
Podi totali 11 (18,33%)
Gran Premio di Città del Messico: numeri e curiosità
2,8. I metri di dislivello massimo dell’Autódromo Hermanos Rodríguez, il minimo della stagione, sulla pista che invece propone la corsa ad altitudine più elevata di tutto il campionato.
4-3. Il risultato del “Partido del Siglo” (la partita del secolo) ovvero l’incontro di semifinale del nono campionato mondiale di calcio tra le nazionali di Italia e Germania Ovest, che si svolse allo stadio Azteca di Città del Messico il 17 giugno 1970. La gara vide la vittoria italiana con il punteggio di 4-3 dopo i tempi supplementari, al termine di una continua altalena e numerosi ribaltamenti di risultato. Per le emozioni, la bellezza delle giocate e il numero record di gol segnati nei tempi supplementari – cinque su sette – questa gara è detta da allora la più rappresentativa del gioco del calcio.
6. I piloti messicani con almeno una gara all’attivo nella storia del Mondiale di Formula 1. Quattro di loro sono in qualche modo legati alla Ferrari. Uno dei rivali di Charles e Carlos, Sergio Perez, quattro vittorie e 232 GP all’attivo, è un pilota cresciuto nella Ferrari Driver Academy prima di legarsi alla Sauber per debuttare nei Gran Premi nel 2011. L’unico altro messicano capace di vincere nella massima categoria è stato Pedro Rodríguez, che in 54 gare (tra 1963 e 1971) ha trionfato per due volte e ha corso con la Ferrari sia in Formula 1 che nelle competizioni endurance. Ci sono poi stati Estéban Gutiérrez, già collaudatore della Scuderia, con 59 gare e 6 punti (tra 2013 e 2016); Hector Rebaque (41 GP e 13 punti tra il 1977 e il 1981); Moises Solana (8 GP tra 1963 e 1968) e Ricardo Rodríguez, grande talento scoperto dalla Ferrari, che fece debuttare il Messico in Formula 1 nel 1961 quando aveva appena 19 anni – un record al tempo –. Disputò cinque GP conquistando quattro punti prima di perdere la vita proprio sul circuito di Città del Messico nel 1962 al volante di una Lotus in un Gran Premio non valido per il campionato del mondo.
16. Le delegazioni che compongono Città del Messico, la cui popolazione in totale conta 9,2 milioni di cittadini. L’area più popolosa è quella di Iztapalapa, con 1,8 milioni di abitanti, mentre la meno densamente abitata è Milpa Alta con appena 152.685 residenti. Con il circondario, denominato Zona Metropolitana del Valle de Mexico, la popolazione sale a quasi 23 milioni.
7.000.000. Gli abitanti di Città del Messico che utilizzano ogni giorno la metropolitana, pari ad oltre il 25% della popolazione. La rete è capillare, può contare su 12 linee, per la lunghezza totale di oltre 200 km e 195 stazioni. 26 ottobre, 2022