Benzine e lubrificanti forniti alla più nota “Gina” di Vettel ed alla più “anonima” SF70h di Raikkonen devono tenere conto della limitazione, nell’utilizzo di una stagione, di soli quattro motori, consentendo parallelamente un incremento delle prestazioni, per la monoposto.
Nelle competizioni la fornitura di oli sempre più “prestazionali” non è l’unico obiettivo da raggiungere, anzi. Esiste un rapporto di collaborazione molto stretto tra i tecnici dei lubrificanti ed i motoristi per intuire, nell’immediato di tutto il fine settimana, lo stato di salute di un motore 062/3 senza dover intervenire, smontaggio, sullo stesso.
Risultato che si ottiene, cercando i primi segni di usura attraverso una dettagliata analisi degli elementi metallici presenti nel lubrificante. In funzione dei diversi residui di metallo trovati nell’olio, i motoristi Ferrari possono capire quale parte del 6 cilindri deve essere monitorata maggiormente per evitare delle rotture.
Il confronto tecnologico di Shell con Ferrari affronta quotidianamente sfide di altissimo valore tecnologico anche ai banco prova di Maranello e grazie alle quali può aumentare le proprie competenze, per poi renderle disponibili ai consumatori attraverso i propri prodotti.
“L’esclusiva tecnologia Shell PurePlus rappresenta la base per la prossima generazione di lubrificanti, progettati per proteggere i motori di oggi e destinata a supportare al meglio i veicoli di domani – spiega Roberto Paganuzzi, Shell Technical Manager Europe.- Il processo alla base della tecnologia Shell PurePlus permette di ottenere, a partire dal gas naturale, un olio base sintetico cristallino essenzialmente privo di impurità che, rispetto alle formulazioni sintetiche tradizionali, conferisce al lubrificante finito prestazioni migliori in termini di viscosità, riduzione dell’attrito e della volatilità. Un prodotto d’eccellenza in grado di assicurare caratteristiche operative eccezionali”.