Non si esclude assolutamente in Ferrari che i guai che hanno fermato le monoposto possano avere come “innesco” anche le sollecitazioni cui sono soggette per il porpoising.
Vedere sia come avanzano le F.1, in particolare a Baku più simili a canguri, sia come si muovono i caschi dei piloti, sembrano un pistone impazzito che si agita all’interno di un motore, non ci sarebbe da meravigliarsi che queste sollecitazioni anomale possano avere un perché in alcuni cedimenti meccanici e non solo.
Oltre ai cedimenti tecnici domenica è stato notato anche un cedimento “umano” ovvero come il tutto trasferito alla schiena dei Lewis Hamilton ha costretto o stesso ad arrancare per riuscire ad uscire dell’abitacolo, con tempi che sono decisamente superiori a fronte di quelli che sono previsti come massimi dai regolamenti di sicurezza della FIA.
Potrebbe pertanto essere questo fattore della sicurezza e le lamentele dei singoli piloti ad imporre un intervento tale da ridurre le conseguenze del porpoising. Un intervento che andrebbe comunque a penalizzare chi è riuscito a risolvere il problema o a renderlo sopportabile, in funzione della guida.
Sono i soliti pro e contro della F.1 come per l’Alfa Romeo che era stata la monoposto che era riuscita a rientrare nel “primo” peso minimo stabilito dal regolamento e poi si é vista aumentare lo stesso in quanto tutte le altre squadre erano ben oltre i limiti ed ancor oggi devono lavorare a costi esorbitanti per alleggerire alcune componenti.
A tale proposito si fanno sempre più insistenti le voci che vorrebbero l’inserimento di un altezza minima da terra come era già apparso in tempi andati e le monoposto avevano delle sospensioni che erano in grado di abbassare le stesse in velocità per riportarle all’altezza imposta quando fossero ai box o in zona verifiche.