“Tu quoque Lamborghini”. Dopo che la Motor Valley ha incensato la Modena Motoristica, anche la Lamborghini ha annunciato che per debuttare nelle gare di durata, una per tutte la 24 ore di Le Mans, si affiderà a lavorare a stretto contatto con un costruttore straniero di provata esperienza di settore..
Si aggrega pertanto alle scelte fatte dalla Ferrari e dalla Maserati per quanto riguarda l’approccio con le competizioni ad alto livello. A Modena non vi sono le capacità ed esperienze necessarie.
La Ferrari è stata la prima ad andare in Francia presso l’Oreca per realizzare la versione GT3 della 296 che dal prossimo anno deve diventare l’erede della 488 gte che sinora era stata realizzata in Italia, ma non a Modena, anche per quanto riguarda la gestione della squadra ufficiale e quella di supporto per i clienti più importanti.
A seguire è stata la Maserati che, all’interno del gruppo Stellantis di cui fa parte, ha deciso di entrare nelle gare riservate alle monoposto elettriche in collaborazione con un costruttore monegasco già presente in questo specifico campionato, utilizzando un altro dei marchi all’interno del gruppo Stellantis.
Tutte e tre le scelte devono far riflettere su quella che è la realtà dei fatti a Modena e non solo per le pompose parole dei talk, visto che fanno capo a entità che sono gestite da tecnici francesi.
Le scelte sono state dettate anche da una ben precisa volontà: essere subito a livello dei protagonisti senza dover interporre del tempo per fare delle esperienze nella lettura ed interpretazione dei regolamenti che è una delle prime cose da fare oltre poi avere le esperienze organizzative che sono decisamente più pressanti a fronte di quanto avviene in F.1