Tra un mese esatto viene chiuso il posto di frontiera tra il Ducato modenese e lo stato Pontificio. lo sarà per 6 mesi in cui dovranno essere gli “spalloni” a doversi sobbarcare il trasporto di beni e persone tra le due rive del fiume Panaro, dovendo pagare un pedaggio economico ben più oneroso di allora,
Il ponte è in onorato servizio dal 1792 quando venne costruito e messo in servizio, di frontiera, ed allora la sua struttura era differente e delle quattro postazioni per i presidii delle guardie è rimasta solo la parte bassa visibile con i droni, o per l’interruzione del parapetto sostituito da alcune tratte di Guard Rail.
Una drastica situazione, che di certo non richiederà l’intervento e convocazione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ma che farà emergere le vere capacità dei nostri amministratori, nazionali, da parte di Anas, e locali con provincia e comuni, di organizzare una situazione d’emergenza che sarà solo in carico al “ducato” in quanto ora il confine è stato spostato ad est dei parecchi chilometri, in località Cavazzona sempre sulla millenaria, non millennian, SS9.
Di parole ne hanno già fatte a sufficienza con un tema di base: gli altri devono trovare la soluzione in quanto “rei” confessi del “reato” di voluta sicurezza stradale, ovvero prevedere ed evitare un crollo stile Morandi, stante che gli ultimi lavori “sostanziosi” risalgono ad oltre 50 anni orsono.
Basta con le parole ed utopistiche soluzioni, ma ricerca di percorsi alternativi che non richiedano di doversi sobbarcare costosi percorsi autostradali che andrebbero ad evidenziare le carenze già in essere nel rapporto tra autostrada e viabilità ordinaria, come l’accesso ed uscita dal casello di Modena sud, per mancanza di una adeguata rotonda improcrastinabile da anni ma che si continua a voler legare indissolubilmente, per non intervenire, al progetto della illusoria “complanarina”.
Il vero problema è quello di discriminare tra traffico leggero, delle auto, che può trovare percorsi alternativi su strade che spesso sono nate come confini poderali e quindi non idonee al traffico di oggi, e quello pesante che invece richiede strade che abbiano il “fondo”atto sopportare pesi importanti com quello del trasporto merci.