Oggi c’è una certezza “assoluta” il nuovo motore della Ferrari, lo 066/7, è al vertice della F.1, a fronte di Mercedes, Alpine e Honda per affidabilità e prestazioni.
Prestazioni in prova, confermate nella qualifica, quando ha visto 4 suoi esemplari piazzarsi tra i primi 10, per proseguire in gara quando ha spinto 6 delle prime 11 monoposto qualificate e parallelamente ha piazzato tutti i suoi 6 esemplari, presenti in pista, anche entro i primi 11 anche per i giri più veloci in gara.
I distinguo, poi, sono da ascriversi alle caratteristiche delle singole monoposto e la capacità dei piloti. Due di questi, Magnussen e Zhou, si può dire che erano al debutto nelle competizioni, almeno per il pilota cinese e Magnussen la ruggine se la è tolta solo a partire da venerdì mattina.
Stando alle indiscrezioni, l’utilizzo di questa versione di base dello 066/7 non ha richiesto delle esasperazioni nelle prestazioni ma si è, come si dice, stati dalla parte dei bottoni, in quanto il tutto è stato più che sufficiente.
In questa fattispecie vi sarebbe ancora qualcosa nel cassetto da aprire solo in caso di necessità in stretta collaborazione con il fornitore di carburante e di olio lubrificante per rendere sempre più ridotti gli attriti nel motore, cambio e differenziale.
Da individuare correttamente le percentuali di efficenza della parte “elettrica” sia per i tempi di recupero di energia sia per la sufficiente disponibilità nell’arco del giro singolo di pista.
I dati raccolti dalle 6 telemetrie sono stati immessi negli elaboratori per individuarne l’efficenza a fine gara ed effettuare una simulazione al banco per capire, andando ad effettuare un’analisi visiva di tutte le componenti come vanno le cose potenza massima, coppia, consumo, ed usura dei singoli componenti in movimento.