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Auto: 5 anni di lacrime e sangue

Il futuro dell’industria automobilistica sarà caratterizzato da novali sconvolgimenti socio economici. La transizione ecologica richiederà degli investimenti più che sostanziosi e “parallelamente” potrebbero calare in modo consistente per tutte quelle che sono le indecisioni del mercato finale, anche in funzione della carenza della componentistica di settore, nell’elettronica.

Lo sviluppo del mercato verso il basso, sia per gli ingombri dei modelli ed anche per la riduzione delle emissioni “nocive” con la riduzione delle cilindrate e delle potenze, ha portato ad avere dei “dividendi” finali che hanno reso difficile il rendimento degli investimenti e quindi utili ridotto, pro capite.

La rivoluzione ecologica pone in essere anche la valutazione delle aeree si cui realizzare le nuove strutture produttive e valutare quale delle due opzioni risulta essere meno peggio tra l’usurpazione di nuovo suolo o il recupero, con ovvia dismissione dell’attuale produzione delle strutture attualmente esistenti, ammesso che ciò sia possibile sia dal punto di vista tecnico sia economico.

Le prime voci che trapelano stanno ad indicare che alcuni costruttori hanno già deciso di abbandonare, sia pure in progressione e sino a fine commessa, i mercati relativi alle vetture più piccole che sono quelle che portano minore redditività finale.

La concentrazione del prodotto dovrebbe avvenire verso l’alto, dove esiste una maggiore opportunità di utile, come ha reso noto l’A.D. di Audi, aprendo pubblicamente la nuova sfera d’interesse verso l’utenza.

I termini sembrano essere rappresentati da questo primo quinquennio del 2020 con un limite temporale attorno alla fine del decennio quando la produzione delle vetture sola propulsione elettrica potrebbe prendere il sopravvento.

Questo anche se le case hanno già sviluppato motori e quant’altro che a costi inferiori sono in grado di garantire delle emissioni del insanente ridotte anche con lo sviluppo di nuovi combustibili che non abbiano origine fossile.

Per quanto riguarda l’utilizzo di motori simili agli attuali si presta una certa attenzione all’idrogeno, puntando in questa direzione dove il vero unico ostacolo sono i punti di possibile rifornimento. Carenza di cui peraltro troviamo carenza anche nel settore delle vetture elettriche e con tempi di rifornimento che sono più dilatati.