Continua lo stillicidio degli incendi o principi di incendio che si sviluppano sui mezzi di trasporto pubblico in provincia. A sentir dire si tratta di mezzi che sono abbastanza “datati” ed anche con un chilometraggio altrettanto importante. ma.. sopra tutto, come ci ha confermato un esperto del settore, il cardine dei problemi è la scarsa manutenzione e la pulizia del vano motore.
Irrisoria è la giustificazione dell’appena avventa revisione in cui si guarda tutt’altro per ottenere la certificazione necessaria al servizio quotidiano.
Mi ricordo che, in occasione del Salone dell’Automobile a Mosca nel 1995, durante un incontro tra la stampa italiana e l’ Iveco, il responsabile in quel mercato ci disse che, per il territorio di Mosca, non ricordo se sola città o/e limitrofi, era stato indetto una sorta di appalto per l’acquisizione, a scaglioni in tempi brevi, di 5.000 mezzi usati che avessero meno di 9 anni di anzianità ed un chilometraggio non troppo pressante.
Una situazione che è poi risultata essere una grande occasione persa per lo svecchiamento del parco veicolare pubblico che, se ricordo bene, fu aggiudicato alla Germania ed altro paese del nord Europa che così ebbero l’opportunità di rimettere a nuovo la propria flotta.
Ci fu detto allora che l’Italia non potè partecipare all’offerta, sia perchè non vi erano 5.000 mezzi usati in servizio, sia per un problema legato alle disposizioni di legge per i mezzi pubblici e di linea che erano acquistati tramite sovvenzione dello Stato e che non potevano essere alienati prima del compimento del 9-10° anno d’età.
Fu una vera occasione persa per l’industria di settore italiana, oltre ovviamente all’utenza che avrebbe usufruito di mezzi migliori, più sicuri e meno inquinanti.
Ricordo che, dall’albergo, a fianco della Piazza Rossa, per andare a pranzo alla torre della televisione di Ostankino, che era ancora sorvegliata dalla forze speciali e da un paio di carri armati, nel ristorante panoramico girevole, tutto il viaggio ci fu “proposto” dal nostro perenne accompagnatore dei “servizi” che aveva nei biglietti da visita la carica di amministratore delegato di due società con sedi a Bari e Taranto, sui mezzi di trasporto pubblico.
L’ultimo tratto fu su un mezzo di superficie , autobus, cui era stata tolta la grossa calandra anteriore, riposta in cabina, per far raffreddare meglio il radiatore, mentre le portiere ci accompagnarono con un fragore assordante ed insopportabile per le vibrazioni cui erano soggette.