In Inghilterra quando ci si reca all’interno di un circuito dove viene organizzato un evento in cui sono impegnate vetture da competizione a qualsiasi livello di competenza dall’essere solo spettatore, ad essere un addetto ai lavori o rappresentante dei media è stampato Motorsport is Dangerous, il motorsport è pericoloso.
Come dire che facendo riferimento al proverbio sia pure in modo molto meno serio “uomo avvisato mezzo salvato”.
Visti gli episodi successi nella F.1 nel passato progressivamente per garantire il massimo della sicurezza degli addetti i lavori sono state limitate le autorizzazioni per accedere alla zona dei box e della pista dove sono apparse anche da tempo le tute ignifughe che per primo, scatenando l’ilarità dei colleghi, utilizzai ad Imola dal primo anno in cui divenne operativo il rifornimento di carburante sulle monoposto ai box durante l’effettuazione del pit stop.
Per quanto si possa essere con i piedi per terra si guardi a tutto e di più, l’imponderabile è sempre dietro l’angolo e può innescare una situazione in cui il diavolo e la sfortuna, che ci vede sempre troppo bene, ci mettono il loro nefasto zampino.
Il filmato di quanto è realmente successo è terrificante e a renderlo ancora più probante sono le urla del meccanico coinvolto che fa segno al pilota di retrocedere per eliminare la pressione sulla sua caviglia, mentre i suoi colleghi si precipitano per soccorrerlo spostando indietro la monoposto.
Un filmato che è in possesso di quasi tutti i media in particolare a quelli di settore che per ora non ne hanno fatto “us0” per un rispetto allo sfortunato malcapitato e non fare dell’inopportuno sciacallaggio e perché “amano” il motorsport.
Da una parte bisogna fare tesoro di quanto successo per creare un futuro ancora più sicuro a fronte anche dell’ imponderabile e nello stesso tempo studiare qualcosa di più esaltante per organizzare un vero Memoria Bettega.