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Gilles 39 anni or sono volò via ma è come se fosse oggi

Sono passato 39 anni da quando sul circuito di Zolder Gilles Villeneuve ci ha lasciati. Essere stato testimone di quell’evento ha lasciato un ricordo indelebile, in particolare per la serie di eventi concatenati tra di loro.

Dall’assenza ai box della moglie di Gilles, che invece era sempre lì al suo fianco, in quanto era il giorno del compleanno della figlia e quindi era rimasta a Montecarlo dove peraltro il canadese era stato autorizzato dalla Ferrari ad andare per i festeggiamenti partendo subito dopo le qualifiche, con ritorno in tempo per il warm up della mattina.

All’uopo aveva a disposizione un nuovissimo e molto veloce elicottero bianco parcheggiato nell’apposita area appena fuori dei box che rimase, poi, fermo li per qualche giorno a ricordo del dramma.

I fatti di Imola, i dissapori e la troncata amicizia con Pironi che coscio della situazione aveva ripetutamente riferito a Mauro Forghieri di assicurare Gilles, con cui non riusciva a parlare, che comunque fossero andate le qualifiche lui lo avrebbe fatto subito passare in testa vista la superiorità di quella monoposto, e poi gli avrebbe fatto da scudiero sino al traguardo per restituirgli la vittoria mancata sul Santerno.

Il “disperato” tentativo di Mauro Forghieri di far intendere a Gilles come sarebbero state le cose e che quei pochi centesimi di ritardo a fronte di Pironi non avrebbero avuto importanza.

Un confronto abbastanza lungo sul finire delle qualifiche ma il canadese era irremovibile ed alla fine alzò il dito per chiamare l’accensione motore. Forghieri, che era in ginocchio a fianco della monoposto, si alzò si fece da parte e diede “ordine” ai meccanici di rispettare il volere del pilota.

Da li a poco la tragedia in cui si può ventilare anche una carenza negli attacchi delle cinture di sicurezza su cui poi Forghieri fece fare interventi primari e nell’incidente in Germania resistettero “limitando” i grossi danni alle gambe.

Finito di lavorare, mi ricordo che insieme al collega Giampiero Agosti decidemmo di andare all’ospedale dove era stato ricoverato Gilles per avere quelle notizie che in sala stampa arrivavano con il contagocce ed anche “manipolate”.

Assistemmo alla telefonata, non visti, di Mauro Forghieri a “Penna Bianca” a Maranello ed al successivo commento a voce alta del tecnico che, accortosi della nostra presenza, ci catechizzò in modo perentorio, al silenzio prossimo e futuro.

Visto quanto è passato penso di rompere il “giuramento” e metterlo nel libro che prima o poi, sollecitato da tanti, scriverò su quegli anni.

Comprese le emozioni di un viaggio Casinalbo-Maranello come passeggero sulla 308 GTB di Villeneuve che si voleva “vendicare” per quello che scrivevo e fotografavo. Aveva cercato la complicità di Franco Gozzi che non riuscì, per fortuna, ad accalappiarmi in tempo utile per impedirmi di salire. Sensazioni quanto mai forti ed uniche e sinonimo di come noi comuni mortali non sappiamo guidare per strada.

Vi lascio immaginare lo stupore di Marco Piccinini quando ci vide molto vicini a dove era in cura Gilles e dopo qualche momento l’ingresso dell’ospedale fu blindat0 dalle forze dell’ordine, off limits specialmente alla stampa italiana.