Ci viene il sospetto che Fernando Alonso sia quello che in matematica viene indicato come Minimo Comune Denominatore. Perché questo? Perché corre in F1 ed ha problemi di affidabilità ai motori della Honda a non finire. Corre in F.Indy, alla 500 Miglia, e…rompe o gli si rompe il motore, sempre della Honda, quando poteva ottenere un risultato molto importante. Entrambi i motori sono progettati e costruiti dalla Honda ma sono completamente differenti tra di loro, nulla, assolutamente nulla, hanno in comune, carburante compreso. Parlando con un tecnico che fa parte del mondo della F1, lo stesso ci ha confidato che potrebbe essere il suo stile di guida ad arrivare a stressare le parti meccaniche. Ipotesi che avrebbe una base logica se si fosse trattato, per la gara USA, di un tracciato con delle caratteristiche analoghe a quelle presenti sui tracciati di F1, ma ad Indy, la 500 Miglia, si corre su un ovale, con acceleratore “flat” veramente anacronistico per la F1, anche se in passato le monoposto della massima Formula ne hanno calcato alcuni spezzoni, intercalati da un tratto “stradale” realizzato appositamente all’interno. Tra le due tipologie di rotture lui, Alonso è il Minimo Comune Denominatore. A mali estremi, estremi rimedi: dalla parte del costruttore giapponese e del management, che ha ora il controllo economico della F1, bisogna trovare un accordo che consenta alla casa giapponese di recuperare in competitività ed affidabilità, in particolare. Tutti questi problemi stanno minando la credibilità sia della casa giapponese sia della Mc Laren che vede sfuggire le opportunità d’incassare i più consistenti bonus economici del campionato costruttori. Sedute attorno ad un tavolo le parti dovranno aprire a vicenda il libro bianco su cui scrivere la possibile soluzione del problema. Perdere un costruttore come la Honda è deleterio perla F1. Ultima nota riguarda il pilota. Da Oviedo non è che siano troppo distanti i più noti santuari della penisola iberica e dei Pirenei per cui forse è necessario che vada a farsi dare una copiosa benedizione del caso. Lui infatti è oltremodo nervoso, come potrebbe essere altrimenti, vede passare gli anni e i suoi titoli iridati cominciano essere degni del Giurassico, 2005-2006 con la Renault. Poi l’eterno secondo negli anni pari in casa Ferrari (2010, 2012 e 2014) per poi cadere nelle parti “basse” della classifica piloti, A 36 anni, il prossimo mese, la sua carriera non può più attendere anche perché i giovani ed anche non più giovani rampanti non mancano in F1.
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