Sebastian Vettel e la Scuderia Ferrari sembrano professare amore reciproco, nelle dichiarazioni ufficiali, ma poi in effetti si scopre che ognuno dei due sfoglia la propria margherita, in particolare per quanto riguarda le rispettive accettazioni delle numerose clausole che appaiono ad ogni rilettura della bozza di un contratto che ha una funzione di base: la riduzione di base dell’ingaggio da parte del pilota tedesco per la prossima stagione.
Le due parti potrebbero trovare un punto d’incontro economico, al ribasso per il tedesco, qualora la Ferrari decidesse di accordarsi per un contratto biennale. Anche questo uno scoglio non da poco in quanto la stagione attuale non consente sinora di avere dei parametri su cui lavorare in modo concreto per quanto riguarda la simbiosi tra prestazioni della vettura e del pilota.
Capire appieno da che parte c’è una risposta al vero sul perché questo matrimonio, sulla lunga distanza, non solo non ha dato risultati a livello iridato ma sembra essersi spento lentamente anche a confronto con i risultati del rampante Charles Leclerc, con qualche intemperanza di troppo.
Due situazioni molto accese, con un quattro volte campione del mondo che con la Ferrari non ha potuto fare altro che essere un comprimario, a livello assoluto, contro l’accoppiata Hamilton Mercedes, mentre il giovane ed unico pilota nato nella FDA ed arrivato al vertice della F1 in Ferrari, che nella passata stagione ha ottenuto risultati miglior rispetto al compagno mettendo in essere una rivalità che forse non ha mai mostrato contro gli avversari.
Le vere, se le possiamo chiamare così, responsabilità di Vettel si possono ascrivere alla stagione 2018 quando è rimasto “sopraffatto” dal confronto diretto con Lewis Hamilton per la rincorsa al 5 titolo iridato personale. Un paio d’incidenti, in particolare, hanno avuto un risultato irreversibile e sono stati una grossa batosta sul morale del tedesco.
In altre occasioni vi sono stati ben altri problemi che hanno tarpato le ali a Vettel. Si è spaziato dalla competitività della monoposto , per transitare alla differenza nella gestione dei dati e delle prestazioni effettive tra simulatore e pista, per arrivare alle strategie di gara.
Tra le ipotesi più accreditate vi potrebbe essere uno scambio “paritetico” tra Ferrari, che cede Vettel all’Alfa Romeo, e viceversa a Maranello arriverebbe Antonio Giovinazzi.
Per il pilota italiano di Martinafranca un grosso rischio, anche se di certo avrebbe il vantaggio di una monoposto che dovrebbe essere più prestazione di quella che utilizza ora:
Dovrà avere un confronto diretto con Leclerc che avrebbe già una stagione completa e qualcosa in più nel rapporto con gli uomini della squadra e la conoscenza di come ci si deve muovere nel difficile mondo Ferrari in quanto sempre in prima fila sul non facile palcoscenico mediatico.
Se non dovesse riuscire a sfondare la sua carriera di pilota rimarrete nel limbo con oltre possibilità di sola recensione.