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FERRARI F1

Sulla SF-25: piccolo è bello ed efficiente

Quando in Ferrari iniziarono ad abbozzare il progetto 677 da cui far poi nascere la SF.25 erede, in pista. della SF-24, alla direzione del progetto vie era ancora Enrico Cardile e nella definizione del concetto con i suoi i collaboratori vi era un concetto obiettivo: ridurre dimensioni e peso di ogni singolo componente per poi definire la posizione fronte e baricentro ed anche della posizione a fronte dell’asse longitudinale.

L’oggetto del desiderio è stata la miniaturizzazione degli elementi radianti per tutti i liquidi che hanno a fare con il raffreddamento e lubrificazione di motore e cambio.

Una volta raggiunto il limite minimo della dimensione, che garantisse comunque l’affidabilità del propulsore per corrispondere alla lunghezza da percorrere, per ogni motore, necessaria per rimanere entro all’utilizzo del numero massimo predisposto dalla FIA, per le 24 gare in programma, e non incorrere in penalizzazioni per eccesso di utilizzo.

Una volta definite tutte l dimensioni necessarie e sufficienti, gli ingegneri meccanici hanno lavorato in stretta collaborazione con gli aerodinamici per posizionare il tutto in modo tale che gli stessi avessero la massima disponibilità e possibilità di manovra per concretizzare le parti laterali, per dimensioni in assoluto e nella miglior soluzione aerodinamica, sia interna sia esterna. La velocità dell’aria è stato il risultato perseguito per evitare l’effetto “drag” alla massima velocità

Per la ridistribuzione reali dei componenti interni, alla GES della Ferrari,  hanno lavorato per avere quello che si può definire un packaging che fosse compatto ed efficiente.

Ecco pertanto il motivo per cui, nel confronto delle pance presenti sulla SF-25 e quelle della monoposto dall’anno passato, emerge che le stesse sono più snelle ed avvolgenti rispetto al passato.

Ecco che pertanto diventa concreta l’affermazione di Vasseur in cui si fa presente che solo 1% della nuova monoposto era già presente sulla monoposto dell’anno passato.

Da rivoluzione effettiva, si può parlare di affinamento dei singoli componenti senza tralasciare nessun dettaglio. Anche la presenza della nuova sospensione anteriore, in una zona in cui esistono delle dimensioni imposte dalla Fia, come minime, ha come scopo quello di poter lavorare, di fino, sul fondo e sull’aerodinamica generale.

L’arrivo, operativo, di Louis Serra è servito per affinare ulteriormente i componenti della sospensione che, sull’anteriore, ha evidenziato un camber, abbastanza negativo, in una delle foto messe a disposizione dalla Ferrari per il rientro ai box di Hamilton,