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Lella, alias Elettra Candrini, quel poliedrico libro mancato sulla F.1 e non solo

Ne avevamo parlato parecchie volte e la Lella, alias di Elettra Candrini, non avrebbe disdegnato di scrivere i suoi ricordi relativi all’automobilismo sportivo e non solo per una vita veramente poliedrica al massimo livello.

Dalle notti passate poco più che bambina nel distributore di famiglia dove, durante la Milano Taranto i motociclisti facevano quasi una tappa d’obbligo, almeno per fare rifornimento di carburante , ed anche per procurarsi quelle gomme da competizione che suo padre riusciva ad avere in esclusiva dalle case estere prima e da quelle nazionali poi.

Ricordava come la madre dicesse al padre che avevano “fatto” un maschiaccio vestito dale sembianze di donna.

Tale e tanta è sempre stata la passione per i motori che la portavano a bigiare la scuola dove peraltro ha sempre ottenuto risultati eccelsi sino alla laurea in chimica farmaceutica, per correre all’autodromo a seguire i test di Ferrari e Maserati in particolare.

Nonostante questa radicata passione per i motori non aveva la stessa dimestichezza con la guida, tanto da far arrampicare una delle Ferrari si famiglia su per la colonna d’ingresso nella tenuta di campagna.

Un cruccio questo per il padre. Molto brava a scuola, i motori nel sangue ma anche un amore sviscerato per i cani e in seconda battuta per i gatti. E’ arrivata ad averne 17 tutti insieme, nella sua residenza alla via Emilia Est, in totale, sino all’ ultimo avuto nella seconda parte dei suoi 70 anni, sono stati ben 153 i cani che ha accudito, curato salvato dal randagismo.

A Montecarlo ha vissuto abbastanza da vicino il modus vivendi notturni dei piloti negli anni 70-80 con amicizie legate a tutti i protagonisti dell’epoca da Hunt a Prost, Reutemann, Scheckter, Pironi e Villeneuve, senza disdegnare di vivere da vicino gli astri nascenti delle F.3 di cui seguiva sia le esibizioni in pista sia la vita nei box allora posizionati in una strada che passava sotto il suo albergo.

Seguiva costantemente i test invernali della Ferrari al Ricard e non è passato anno che non portassero, con il fratello Rossano e la banda dei medici della famiglia Ferrari, ricambi venuti pronti all’ultimo momento a Maranello.

Era di casa nei punti di comando della F.1 al G.P. di Imola ed ha assistito personalmente al momento più difficile del rapporto Pironi Villeneuve che dietro al palcoscenico per il pubblico aveva raggiunto limiti molto elevati portando la tensione generale altrettanto rovente.

Mi ricordo che all’Estoril, al temine di una giornata di prove della F.3 dopo aver passato la giornata a controllate tutte le curve e ritornata in sala stampa mi disse che vi era un pilota, un pò bruttino, ma che andava molto forte e che avrebbe fatto carriera: Robert Kubica.

Una delle ultime trasferte importanti insieme è stata quella di Kyalami dove era stata alcuni decenni prima con la F.1 al seguito della Ferrari, rimase profondamente delusa per il radicale cambiamento nello stile di vita blindato e sempre con la scorta per l’alto tasso di criminalità, in particolare quando lesse che, al calar della sera, era bene non fermarsi ai semafori rossi e cercare comunque di passare

Problemi di deambulazione la costrinsero ad abbandonare la presenza diretta sui campi di gara e questo minò il suo stato psicofisico.

Analoga situazione si è riproposta quando non riusciva più a seguire i suoi cantanti preferiti da Pavarotti ad Elton John di cui aveva una bacchetta autografata del batterista con alcune dediche che le erano fatte espressamente in diretta inquanto una cosa d’obbligo era il posto in prima fila.

Analoga passione anche con i migliori ballerini di flamenco che seguiva anche in Spagna e che le riservavano anche l’accesso ai camerini e relative cene dopo gli spettacoli.

D’altronde era ancora una delle pochissime persone ad avere il palco di famiglia all’interno del teatro comunale di Modena.