Il 17, posizione sullo schieramento di partenza ed i 17 giri veloci consecutivi, proprio sino a quello conquistato, su se stesso, sotto la bandiera a scacchi, stanno ad indicare come il campione del mondo sia stato capace di mettere insieme tutto quanto fosse necessario per agguantare e liberarsi, con cronometro al volante del suo avversario diretto nella rincorsa al titolo iridato, Lando Norris.
Strategia di squadra ed anche quella bandiera rossa, l’ennesima del fine settimana, hanno rappresentato il giusto “condimento” alle capacità del pilota che già alla fine dei primi due giri era rientrato in zona punti effettuando sorpassi che hanno avuto dell’incredibile ed hanno fatto dimenticare le sbavature delle ultime due gare per cui era stato anche pesantemente penalizzato.
Dopo 10 gare in cui per l’olandese il digiuno si era fatto pesante è arrivata una vittoria vecchio stile che ha anche corrisposto ad una ripresa di contatto della tecnica con le necessità della pista, recuperando, almeno in parte quelle che erano le sensazioni e la realtà dell’era Adrian Newey.
Ecco perché sul podio, in rappresentanza della squadra Christian Horner ed Helmut Marko hanno deciso di mandare Paul Waché che ha ereditato l’eredità del genius, proprio per codificare che la tendenza ha subito una inversione: dalla discesa alla risalita prestazionale.
Domenica, iniziata male per le solite ultime manie della squadre di attendere sino all’ultimo a far uscire i piloti di punta , con il rischio sempre crescente di coabitare con qualche problema in pista, dalla pit lane per la ricerca del giro veloce nell’ultima opportunità del momento Max ha smentito tutto e tutti confermando che lumi dato il contributo determinante nei risultati ottenuti dalla Red Bull
Dalla domenica mattina al primo pomeriggio, in una serie anomala di decisioni degli orari in cui mandare in pista per qualifica e gara le monoposto in funzione del clima che ha riversato maligno acqua a volontà , Verstappen è stato il valore aggiunto nei sessantanove giri in cui è stata ridotta la gara per i problemi sin dallo spegnersi delle luci rosse, ed saputo rivoluziona un fine settimana che sembrava doverlo destinare a cedere un titolo su cui, invece, ha messo di nuovo e prepotentemente le mani
Dalla serie, 3 in totale, di penalità nell’arco delle due precedenti gare, ha riscattato se stesso come ha saputo fare anche in altre occasioni. Ha mantenuto quel ritmo che si era imposto senza ricorrere a”rallentamenti”, fortemente suggeriti dal suo ingegnere di pista, che avrebbero potuti essere pericolosi per la concentrazione necessaria ed anche quando il vantaggio era abissale ha continuato a guidare alla Verstappen per smentire tutte le illazioni, sul suo conto, che il lungo digiuno aveva innescato
Con i suoi attuali 62 punti di vantaggio su Norris, a Las Vegas si potrebbe confermare campione del mondo con anticipo a fronte della fine del campionato. Un titolo che più suo di così non potrebbe essere in quanto senza quelle monoposto di Adrian Newey che negli scorsi anni erano indicate come l’asse portante, il perno, dei suoi successi.