Il successo ottenuto dalla Ferrari a Monza, che aveva lasciato qualche interrogativo sull’effettiva superiorità in pista, più legata al supporto di un suo successo, per la “notorietà” della F.1, ed anche per il futuro dell’impianto lombardo, si è trasformato in un amaro futuro a fronte dei risultati ottenuti nelle due gare successive che venivano considerate e ufficializzate, dallo stesso entourage della Ferrari che non ne faceva mistero, positive per esprimere le potenzialità delle ultime Evo applicate sulla SF.24.
Non è mancata solo la parte della prestazione tecnica della monoposto ed a metterne in ombra le eventuali opportunità, su cui proprio dalla GES si esternava, si è presentato anche il comportamento dei piloti ed alcune strategie di squadra.
Alla sconfitta a Baku, patita da Leclerc ad opera di Piastri ha fatto seguito il vero naufragio nella Q3 delle qualifiche di Singapore dove la Ferrari aveva l’obiettivo di portare due monoposto sul podio. Partire però dalla 5a fila è stato un handicap disastroso che non ha consentito di andare oltre quinto e settimo posto. Un contentino più agro che dolce.
La mera matematica del punteggio iridato, prima di questa sosta nelle gare, certifica in modo inequivocabile che la McLaren è la monoposto da battere visto che questi ultimi tre GP ha totalizzato ben 112 punti, ha staccato di 41 la Ferrari ferma a soli 71 punti conquistati, a fronte di Mercedes e del fanalino di coda Red Bull ferma a quota 41.
Il team diretto da Andrea Stella ha l’ acceleratore “flat” nella rincorsa ai titolo iridato Costruttori e pensare di poterlo superare negli ultimi appuntamenti stagione è utopistico: Mentre si fa più concreta l’opportunità, per la Ferrari, di ambire alla seconda posizione du questo podio davanti a Red Bull e Mercedes.
Martedì prossimo, Vasseur passa il testimone di Direttore Tecnico, che regge ad interim dopo le dimissioni di Enrico Cardile, a Loic Serra che approda a Maranello portando la sua lunga esperienza maturata in Mercedes. Non è che il suo arrivo abbia la bacchetta magica, per cui la SF-24 possa trarne un vantaggio, ma il suo contributo sarà da prima accentrato sul progetto SF-25, quella che a Maranello chiamano la monoposto di Hamilton, ma in particolare, non appena saranno ufficiali i termini progettuali consentiti dalla FIA, per la monoposto 2026
Sainz è sempre in attesa della zampata, di addio dalla Ferrari un pò come Ricciardo con il giro veloce in Racing Bull, sfruttando la crescita della SF-24 con il trittico tecnico: Diego Tondi, Fabio Montecchi, Marco Adurno.
A Singapore, entrambi i piloti, ribadiamo nella Q3, hanno vanificato gli sforzi di progettazione, sperimentazione e realizzazione che hanno consentito di far debuttare, in anticipo rispetto al programmato G.P. of Americas, la prima interpretazione di profili in grado della flessione programmata nello spoiler anteriore.
Unica positività è legata all’opportunità di avere il tempo di analizzare e sviluppare i dati raccolti ed andare oltre Oceano con una evoluzione concreta del sistema per cui vi dovrebbe essere un vantaggio, nei confronti degli avversari, che vi arrivano con le possibili incognite dell’interazione tra sperimentazione ed effetti concreti nella utilizzazione in pista.