Quanto successo in occasione dell’ultima gara di F.1 ha evidenziato che possono sussistere delle situazioni che si possono definire ” giochi di squadra” anche per i rapporti in essere tra squadre differenti ma che possono avere degli interessi comuni quando non sussista addirittura un rapporto diretto relativo alla società di vertice che ne detiene la proprietà effettiva.
E’ il caso concreto in cui Red Bull e Racing Bull fanno entrambe capo ad un unica entità economica che detiene la proprietà. Situazione che è unica in F.1, almeno a questo livello percentuale, anche se vi possono essere altre tipologie di connessioni che coinvolgono però singole persone e con percentuali minoritarie.
I casi conosciuti, nel passato più recente, si sono risolti, almeno all’apparenza, con la cessione delle quote in essere, se il personaggio in questione deteneva, anche, posizione di vertice in altra squadra iscritta al mondiale.
L’ argomento è diventato di scottante attualità in quanto, Daniel Ricciardo che viene dato per “licenziato” da parte della Racing Bull a favore di altro pilota che gli dovrebbe subentrare già dalla prossima gara, è stato messo nelle condizioni di poter ottenere il giro veloce in gara, come contentino di fine rapporto che peraltro non ha nessuna ricaduta ufficiale e concreta se non si esclude la mera e concreta statistica viste le regole che definiscono coloro che possono aggiunge quanto punto iridato alla loro classifica, solo i primi 10 piloti che risultano qualificati sotto la bandiera a scacchi..
Molto diversa è invece la situazione che si è venuta a creare: Lando Norris non ha potuto acquisire il punto iridato in essere che potrebbe essere la discriminate di fine stagione per l’acquisizione del titolo piloti, nei confronti di Max Verstappen che nel finale della gara di Singapore non era in grado di andare a conquistare questo “premio” in quanto non poteva rischiare di perdere altri e più consistenti punti iridati, sia efettuando un pit stop montando pneumatici decisamente più performanti, sia andando a forzare il ritmo in condizioni di precarietà con gomme gravate da parecchi chilometri sul battistrada.
Non è certo la prima volta che questa “dispersione” avviene, ma nel caso specifica il caso sia evidenziato per la concomitanza essere tra la lotta iridata in essere e laproprietà unica delle due squadre,
Ne è nato un caso che è evidente che porterà a dover dirimere questo che si può definire lato grigio del regolamento, questa volta sportivo, e’ ovvio che, se la situazione avesse coinvolto altro pilota, non vi sarebbe stato un equivalente clamore.
Altra patata bollente che dovrà essere risolta per il prossimo futuro, da parte di FIA, Liberty Media e squadre iscritte al mondiale, anche perché nel concreto il giro veloce nulla porta di esteriore per la spettacolarità nel risultato finale dello spettacolo per il pubblico pagante che è quello che deve essere gratificato per fedelizzarlo..
Per dirimere la situazione basta: eliminare questa attribuzione, per il futuro, chiarire che lo stesso possa essere valido solo se ottenuto da uno di coloro che risultassero qualificati tra i primi 10.