Guarda caso: l’uscita dalla Red Bull di Adrian Newey sta “coincidendo” con un evidente calo nella competitività messa in mostra dalla squadra di Milton Keynes sino alle prime gare della stagione.
I vertici Red Bull, non riuscendo a contrastare, anche per quanto succede di extra, in pista tra Sainz e Perez, quanto espresso dalle monoposto papaya in pista e non riuscendo a a far altro che dover continuare ad inseguire quella evoluzione tecnica dimostrata dai tecnici di Andrea Stella, non rimane che lavorare ai fianchi gli avversari rincorrendo ad un effetto psicologico.
L’evoluzione della specie fa sì che ora si conseguano dei risultati importanti da Woking, sia pure con il pilota “sbagliato” per quanto concerne la classifica piloti perché vi sono ancora situazioni che sfuggono alla gestione, di vertice, della squadra dopo diversi mesi in cui l’evoluzione tecnica si è dimostrata superiore.
Le 4 vittorie complessive ottenute dalle MCL38, che sono le vetture di riferimento, sono equamente suddivise tra Norris, l’uomo demandato alla rincorsa al titolo piloti per i punti in essere, e Piastri che sta dimostrando delle capacità che sono fuori discussione.
Lando Norris è il primo inseguitore di Max Verstappen, ma ha ancora 59 punti da recuperare sull’olandese e, ovviamente, la McLaren ha sottolineato, alla vigilia della gara di Baku, quelle che sono le priorità strategiche in cui è previsto che Piastri deva aiutare Norris.
In pista però, non si presentano queste opportunità di supporto ed il divario in essere tra l’australiano, che vince e che si conferma in un grande momento, e Norris che invece palesa delle debolezze è tale per cui il “gioco” di squadra è impossibile.
Christian Horner, non avendo nelle sue mani carte da mettere in pista, ha intrapreso la strada della parola per insinuare la “mina” della psicologia per accendere un vivace dualismo tra i piloti Mc Laren a favore di Piastri.
” Le prestazioni di Piastri stanno causando dei problemi perché sta vincendo delle gare. Sta facendo un ottimo lavoro nel complesso. È stato come quando da noi è arrivato Daniel Ricciardo che doveva essere il numero due alle spalle di Sebastian Vettel, e ha vinto subito tre gare ca fronte delle nessune di Sebastian. Situazione che rivoltando i piani programmati fa venire il mal di testa”.
Continuando il manager accenna
“Hanno insegnato a Oscar con l’aspettativa, come hanno fatto, Mercedes con George e Ferrari con Carlos, di avere una risorsa di vertice e una risorsa di supporto. Quando il secondo pilota inizia a superare il primo, si tende ad avere una bella agitazione”.
E’ il problema che si manifesta con due piloti di alte prestazioni
“Avere due piloti molto forti è un problema di gestione. Un problema di quelli belli. Ma anche difficile, perché si divide ovviamente la squadra e le regole della gestione diventano complicate. Tutti sanno probabilmente chi è il numero uno e il numero due, ma se non si è in prima linea con i piloti, si finisce per fare confusione, specialmente se ciò avviene nella seconda parte della stagione quando le scelte si fanno obbligatorie per puntare al risultato finale”.