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FERRARI F1

Ferrari studia la rotazione motori per Monza un ricordo del 1979

Stanti le caratteristiche del tracciato di Monza è da sempre notorio che bisogna poter disporre, per la gara, dell’unità con meno chilometri e con la certificazione, al banco prova, di avere disponibili il massimo della “cavalleria” impostata durante la fase del progetto.

Una attitudine che ci riporta alla mente l’estate del 1979 quando nel ferragosto monzese, la Ferrari portava in pista le evoluzioni più spinte del 12 cilindri boxer per Scheckter e Villeneuve.

Prove che videro una vera strage di propulsori che non resistevano che pochi giri di pista con altrettante lunghe soste ai box per le sostituzioni o per il ritardo, nell’arrivo da Maranello dei propulsori di scorta.

C’era l’opportunità di rivincere il titolo iridato del dopo Lauda proprio a Monza e questo era molto sentito in Ferrari.

La lunghezza dei tempi in cui le monoposto rimanevano ai box innervosirono non poco il pubblico, pagante, presente, si parla di almeno 30.000 persone, che, in particolare dalle tribune davanti ai box arrivarono a contestare in modo molto rumoroso il loro dissenso. Si sentivano truffati per quanto speso, e senza lo spettacolo atteso

Villeneuve, chiedendo lumi a chi era presente ai box tra cui Piero Ferrari e la ex moglie che ci rimise un maglione molto pregiato che appoggiato su una cassa fu scambiato, da un meccanico, come supporto per raccogliere uno dei tanti versamenti di olio sul pavimento, prese in mano la situazione per porvi rimedio alla Gilles.

Si fece dare una delle macchine di servizio, andò in pista e dove vi era del pubblico fece delle cose indicibili per il novero motore frizione e le gomme. Una esibizione che non solo placò le ire funeste ma scatenò un tale livello di entusiasmo per cui tutto dopo, anche grazie a motori migliori quasi in serata, il pubblico era un osanna continuo.