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I risultati Mc Laren grazie all’ evoluzione strutturale

Gli ultimi risultati che la Mc Laren sta ottenendo in un confronto diretto con Red Bull e Mercedes, in particolare, non sono altro che i primi passi concreti nello sfruttamento di diversi fattori che coinvolgono sia il settore tecnologico sia quello umano, che devono essere in simbiosi in un F.1 in cui tutto deve essere ottimizzato anche dal punto di vista logistico e non si può più andare avanti, come nel passato, quando esisteva anche una suddivisione nella localizzazione delle singole macro aree, in mancanza di sviluppi organici, anche distanti alcuni chilometri.

Un esempio di cui ha parlato di recente Andrea Stella Team Principal riguarda la riorganizzazione del settore dell’aerodinamica che non ha riguardato solo la realizzazione della nuova galleria del vento che ha così evitato di dover effettuare lunghe trasferte in Germania, il cui tempo veniva sottratto alla opportunità odierna di trasformare questi tempi morti i tempi di lavoro sfruttando anche una ristrutturazione del settore compositi posizionato nelle vicinanze della galleria stessa.

Appena analizzato il lavoro nella galleria del vento si può immediatamente iniziarne un ulteriore sviluppo senza dover attendere quei tempi che, nel passato, erano legati sia al fattore trasferimento sia a quello della effettiva disponibilità della struttura. In media si parlava di una settimana circa a fronte della sola giornata di oggi.

Oltre al lavoro, in particolare, alle strutture che sono necessarie nella prima fase, quella di realizzazione di ogni singolo componente deliberato, bisogna anche aggiornare quelle che devono lavorare nel dopo corsa. Ovvero quelle macchine che, analizzando ogni singolo componente, sono in grado di garantirne un riutilizzo nella sicurezza necessaria o se bisogna sostituirle con quello che è l’aggravio economico e programmatico per il mantenimento di un magazzino ricambi sempre aggiornato  e che può diventare “obsoleto” in un attimo nella fase dell’ evoluzione necessaria.

Lo sviluppo della prestazione della monoposto, come si vede, richiede di pari passo l’evoluzione della base da cui far nascere e sviluppare il tutto, evitando che via siano balzi simili a quelli del canguro cui possa poi seguire un attimo di stasi che fa perdere il livello di competitività raggiunto e che chiede dei limiti d’incremento che sono sempre più pressanti avendo anche l’accortezza di non lasciarsi prendere da facili entusiasmi, stare con i piedi per terra in funzione di ulteriori sviluppi strutturali.

Tutto questo avviene in un momento molto particolare in quanto si sta per affrontare un cambiamento radicale, sia dal punto di vista sia tecnico sia normativo per quanto riguarda il risultato finale, ovvero l’impostazione del nuovo concetto di monoposto come previsto a partire dal 2026.