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Sainz e quel cerino che brucia lentamente da mesi

La situazione in cui si è trovato Carlos Sainz Vázquez de Castro Cenamor Rincón Rebollo Virto Moreno de Aranda Mr. Per Urrielagoiria Pérez del Pulgar, dall’inizio del campionato mondiale di F.1, di quest’anno, è forse la peggior situazione in cui si può trovare un pilota, qualsiasi sia la relativa situazione economica e tecnica, legate alle proprie capacità di guida e di sviluppo monoposto. Un attesa, per il madrileno, lunga in simbiosi con il suo cognome completo.

I tempi di definizione di un futuro in cui il pilota sente la necessità di non gettare al vento una carriera, che si pone in una zona che sembra essere un limbo, in cui ci si trova, in funzione della reattività di quanto gli è reso disponibile in pista per 24 settimane nel corso dell’anno.

La F.1 è caratterizzata da cicli, in cui si nota una decisa superiorità tecnica, che, come nascono e vivono da astri, diventano poi pianeti, ovvero da centri di emissione di luce propria, abbagliante, a centri di riflessione della luce altrui, le squadre tecnologicamente avanzate del ciclo in essere, i pianeti, con tutte quelle che ne sono le conseguenze con il passare del tempo in cui le giovani leve sgomitano per emergere.

Sapere di essere un pilota esodato, pertanto in un posizione di debolezza contrattuale, proprio in un momento in cui la F.1 è un mare in tempesta, con ciclicità legate anche a quella che è la tanto attesa e discussa evoluzione a partire dal nuovo corso datato 2026, non consente, come lo stesso Sainz “confessa” di avere i periodi di necessaria ricarica della batteria psico fisica personale, che sono necessari nei giorni della settimana in cui non si è impegnati in pista.

Uno stress continuo, che poi si ripercuote in pista, quando sai che mentre sei al simulatore per definire la linea dell’accesso alla prossima gara, a pochi passi da te, il tuo compagno di squadra partecipa a quella riunione con i tecnici in cui sei ovviamente escluso in quanto integrata in un programma di cui non fai più parte e che ti deve essere mantenuto segreto in quanto per i piloti non esiste il gardening, a maggior ragione se sei già esodato.

In pista, poi, ad ogni azione da concretizzare, corrisponde quella percentuale di reazione che ti pone dei se e dei ma in funzione, del suo esito, per quel futuro incerto e caleidoscopico in cui ogni giorno senti, vedi e partecipi a evoluzioni nella definizione di nuove posizioni di programmi agonistici.

Ne consegue la variabilità e volatilità del risultato finale in cui intervengono anche le strategie di squadra, in particolare se la somma degli addendi, punti da sommare per il titolo costruttori, non cambia.